Telefonarsi
(racconto teatrale)
di Umberto Apice (già Avvocato Generale presso la Corte di cassazione)
Maurizio, giudice in pensione, telefona a Piera, professoressa ugualmente in pensione, che era stata la sua ragazza degli anni giovanili in una città effervescente e problematica quale fu Milano tra gli anni Sessanta e Settanta.
Sono passati cinquanta anni dal loro addio e dalla biforcazione delle loro vite.
Lui, che da allora ha vissuto in un’altra città, si trova di passaggio a Milano per un fine settimana e chiama lei al telefono più volte, compulsivamente rievocando il tempo andato.
In un susseguirsi di registri sempre più vari, nelle telefonate affiorano solitudine e risentimento, rimpianti e desiderio di revanche, inquietudini e rassegnazione.
All’inizio della nuova settimana, ritroviamo Piera e Maurizio con altri interlocutori telefonici: i loro rispettivi nipoti adolescenti.
Sembreranno due telefonate “di assestamento”: la vita normale riprende il suo corso, la tempesta – forse l’ultima di quel genere per i due ex innamorati – è passata.
Per leggere il racconto
Credits: Dariusz Sankowski da Pixabay
Di Umberto Apice, su Ora Legale News
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