
Nuove parole e nuovi metodi
di Anna Losurdo
“Il modo migliore per aiutarvi a prevenire una guerra non è di ripetere le vostre parole e seguire i vostri metodi, ma di trovare nuove parole e inventare nuovi metodi.
Io in quanto donna non ho patria. In quanto donna, la mia patria è il mondo intero“
Virginia Woolf
Ecco, nelle parole di Virginia Woolf, indicata la via per la pace.
Non solo questa, urgente, per porre fine quanto prima alla aggressione della Russia in danno dell’Ucraina.
Ma anche quella per le guerre più o meno dimenticate, in zone più o meno conosciute nel mondo, che saltuariamente entrano nella cronaca mediatica. Sono 23 i conflitti ad alta intensità, molti di più se si contano anche le crisi croniche o le situazioni di violenze in corso: centinaia.
“Vivere in pace non è mai stata una caratteristica dell’umanità“
Jean Giraudoux
La guerra mai è solo una guerra tra eserciti ma è sempre una catastrofe umanitaria. È violenza distruttiva che non conosce limiti nel distribuire disperazioni, angosce, dolori, morte. Ogni guerra è insensata e feroce.
I dittatori che scatenano le guerre non conoscono la trattativa ma solo la supremazia della forza e la vittoria sul campo.
Dice Tolstoj: “il fuoco non si spegne col fuoco, la guerra non si ferma con la guerra“.
Il principio di realtà ci impone di tenere conto del fatto che la pace si fa in due – soggetti o schieramenti che siano. Se è solo uno dei contendenti a volere la pace ci potrà essere la resa del soccombente ma non sarà pace.
Un mondo senza pace, quindi.
Pace intesa ancora come “un intervallo fra due guerre” invece che come condizione stabile dell’umanità.
Una costruzione fatta di scelte, affermata come diritto umano per ogni membro della famiglia umana.
Ma non è forse giunto il momento di affiancare a quei diritti umani anche i diritti dei popoli?
I territori sono dei cittadini e delle cittadine che li abitano o davvero pensiamo che i confini possano essere modificati a piacimento dall’invasore di turno?
Confini che, anche in tempo di pace, hanno tutt’ora alla base l’idea dell’altro come qualcuno da respingere nei suoi…
Umano: antidoto a tutto ciò che si considera inumano: la guerra, il totalitarismo, lo sfruttamento economico, l’intolleranza, il razzismo.
Tutte orribili cose create dagli esseri umani.
Essere liberi significa poter scegliere, giacchè siamo capaci sia di elevarci al sublime sia di degenerare al livello dei bruti.
Siamo noi, allo stesso tempo, il problema e la soluzione.
Il sentimento è l’unica cosa in grado di farci prendere la via della responsabilità invece che quella della spietatezza, anche dinanzi a eventi mostruosi di fronte ai quali il nostro pensiero sembra paralizzarsi.

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Peace making, peace building e peace keeping.
Occorre contrastare la sopravvivenza di logiche di potenza e di ambizioni imperiali, la permanenza di leader (sic!) attenti solo al proprio particolare tornaconto, trascurando così gli interessi comuni e il bene collettivo.
Ci sono tre potenze a regolare l’ordine del mondo: U.S.A., Russia e Cina: di fatto tre visioni imperialiste pur differenti tra loro.
L’Europa deve assurgere politicamente a quarta potenza, superando l’attuale condizione di aggregazione di stati perché i nostri interessi non coincidono del tutto con quelli degli americani. Infatti una guerra in Europa la indebolisce avviandola verso una devastante recessione economica.
L’U.E. deve porre le premesse durevoli per la costruzione di un nuovo sistema di sicurezza collettiva, di coesistenza e di cooperazione, in Europa e nel mondo.
Questo è il presupposto affinché tutti agiscano in modo da provocare la pace, una pace razionale, premessa per il miglioramento progressivo delle relazioni tra gli Stati. Così scongiurando tensioni crescenti e potenzialmente suscettibili di sfociare in uno scontro armato di ampie dimensioni e dalle conseguenze incalcolabili.
La democrazia si difende giorno per giorno.
Mai come in questi giorni stiamo verificando quanto sia realistico l’effetto farfalla.
Lo avevamo sperimentato con la pandemia. Ma oggi scopriamo che a causa della guerra in Ucraina rischiamo la catastrofe umanitaria in Africa per la penuria di grano. Solo per restare a uno degli effetti più devastanti.
Improvvisamente la guerra non è più un brutto gioco di bambini ma è divenuta realtà. Entra nelle nostre case e nelle nostre vite in tutte le sue sembianze mediatiche. Sembrano infranti tabù che ci hanno accompagnato dal secolo scorso: la terza guerra mondiale e l’uso delle armi nucleari sono diventate ipotesi plausibili.
La guerra è una pazzia! è il grido di dolore di Papa Francesco. Sta a noi tornare umani e savi e pretendere un nuovo sistema di convivenza pacifica non più basato sulla potenza, sulle armi e sulla deterrenza.
Credits: Edward Lich da Pixabay
Di Anna Losurdo, su Ora Legale News
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