Ifigenia
Povera, si direbbe.
Che già ad essere figlia di Agamennone e di Clitennestra è un fardello immane. Se a questo aggiungiamo che il suo destino si incrocia con l’ira di Artemide (collerica nei riguardi di suo padre-re), il gioco è fatto.
Povera, si direbbe.
Come se non bastasse, Calcante l’indovino, interpellato da Agamennone, decide che per placare l’ira della dea occorre sacrificare qualcuno. Anzi, qualcuna e, per la precisione, Ifigenia.
Inganni a profusione: vieni da papà tuo che ti faccio sposare Achille (nessuno le aveva detto che quello, l’eroe dal tallone delicato, nemmeno ci pensava a maritarsi), vieni qui in Aulide e lascia perdere Micene e tua mamma.
Per farla breve, la povera Ifigenia, convintasi ad accettare la proposta di matrimonio, raggiunge Agamennone che, con la complicità di Calcante, la porta verso il sacrificio finale.
Alla fine, mossa a compassione, la arrabbiatissima Artemide decide di graziare la poveretta e se la porta in Tauride come sua personale schiava. Ifigenia in Tauride sai che gioia.
Morale della favola: da una gabbia all’altra, non c’è scampo.
Dopo il primo sciopero della storia indetto da una donna (Lisistrata che si sottrare al c.d. debito coniugale), soltanto nel 1975 (Anno Internazionale delle Donne) in Islanda viene indetto uno sciopero generale per dimostrare quanto fosse importante e sottovalutato il lavoro femminile. Si fermò veramente tutto.
Vigdís Finnbogadóttir è stata la prima presidente dell’Islanda dal 1980 al 1996. La prima donna al mondo a ricoprire questa carica.
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