Competenze trasversali

Competenze trasversali

Azienda, ricerca, innovazione: un percorso entusiasmante

di Claudia Pescitelli (Ufficio Stampa e Comunicazione dell’Incubatore dell’Università degli Studi di Torino 2i3T)

Una frase che – passati i 50 anni – ci ripetiamo spesso è: “Tutti i passi che ho fatto mi hanno portato fino a qui”.

Nel mio caso credo si particolarmente vero vista la complessità e l’eterogeneità del mio percorso: una prima parte della mia “vita” professionale tra enti istituzionali ed aziende per poi approdare successivamente all’Università, alla ricerca e a quell’attività speciale che è il Trasferimento Tecnologico.
Questo è uno dei pilastri della Terza Missione dell’Università, che prevede che la ricerca si trasformi in sviluppo economico del territorio attraverso l’attività di creazione di imprese innovative da parte degli Incubatori Universitari, che hanno la mission di creare nuove imprese ad alta intensità di conoscenza e di conseguenza posti di lavoro estremamente qualificati.

È difficile sintetizzare in poche battute un percorso partito nel 1991

Durante gli studi in Economia e Commercio all’Università di Torino inizio a lavorare presso la Borsa Valori prima a Torino, poi a Milano, dove acquisisco il mio primo imprinting in ambito finance e ho la fortuna di confrontarmi con professionalità eccellenti, maschili e femminili, già un mondo particolarmente inclusivo per quegli anni.
Da quel momento in poi la mia professione segue il fil rouge del marketing e della comunicazione in aziende di settori diversi e dopo alcuni anni anno vivo come staff del sindaco di Bardonecchia delegata ai progetti speciali del settore turismo la grande avventura olimpica di Torino 2006.
A questo punto il sapere capitalizzato in tutte queste esperienze si incanala nell’Università e nel mondo della ricerca, nello specifico alla Scuola di Amministrazione Aziendale, con il Dottorato in Business and Management, in cui metto a frutto le mie conoscenze e competenze precedenti con una tesi sulla Comunicazione Universitaria e la sua efficacia rispetto alle azioni di fundraising.

Per questa ricerca entro in contatto con tutti gli Atenei italiani e scopro talenti femminili eccezionali a tutti i livelli, sia tra i docenti che a livello organizzativo, tra cui non posso non citare Sonia Caffù dell’Università di Sassari, che si impegna con me in una maratona di studio su nuovi indici finanziari di performance delle Università dando un contributo fondamentale per il successo della ricerca.

E arriviamo ad oggi: presso l’Incubatore dell’Università degli Studi di Torino 2i3T mi occupo dello scouting di nuovi progetti, di affiancare i team imprenditoriali nelle attività di comunicazione, di marketing e di fundraising e sono la referente di alcuni progetti speciali tra cui quello con le scuole sopracitato.

La domanda che ci viene spesso posta come attori dell’ecosistema della ricerca e dell’innovazione è quella relativa al contributo femminile alle nuove imprese e delle possibili limitazioni poste verso le donne imprenditrici.

Ebbene, per quanto riguarda l’Università di Torino e il nostro Incubatore i dati non sono poi così sconfortanti anche se in alcuni casi presentano una forte variabilità:

  • il “playground” nell’ambito del quale si svolge l’attività di scounting di risultati della ricerca e di idee innovative è l’Università degli Studi di Torino, nelle quale come rappresentatività di genere sono presenti il 28% di Professoresse Ordinarie, il 44% di Professoresse Associate ed il 50% di Ricercatrici per un totale del 43% del corpo docente, quindi le donne sono assolutamente ben allineate dal punto vista delle competenze;
  • per quanto riguarda i risultati dell’attività di scounting circa il 75% dei proponenti è di sesso maschile ed il 25% femminile e questo è il dato in apparenza più critico;
  • tuttavia nelle start up costituite le proporzioni mutano in maniera abbastanza sensibile, se esaminiamo ad esempio le start up a partire dal 2017 abbiamo 26 imprese con 55 soci operativi di cui 27 donne e 16 di queste hanno competenze STEM.
    Le donne presenti nelle imprese sono integrate a livello decisionale nelle start up in posizioni apicali in quanto per sviluppare i modelli di business ed i processi che fanno parte della nostra esperienza l’aspetto fondamentale è quello delle competenze che vengono distribuite in modo equo all’interno dell’impresa;
  • I dipendenti dello stesso Incubatore sono circa l’80% donne;
  • Le donne hanno alcune caratteristiche che ne favoriscono l’attività nelle start up: hanno una visione più interdisciplinare e meno verticale, sono attente ai bisogni, hanno un approccio multitasking, maggior flessibilità e capacità organizzativa e di adattamento nelle fasi più critiche della creazione di una nuova impresa oltre che maggior resilienza.

Per una riflessione su questi aspetti e su come sia io stessa sia riuscita a gestire esperienze in ambiti così diversi merita soffermarsi un istante sulle capacità – particolarmente sviluppate nelle donne – di attivare le soft skill, quelle competenze trasversali che si focalizzano soprattutto su adattabilità e flessibilità e che attraverso il documento europeo Entrecomp sono state identificate come competenze chiave per la formazione dei giovani e dei futuri cittadini.

L’educazione all’imprenditorialità è riconosciuta come la miglior sintesi per lo sviluppo di queste competenze e l’Incubatore dell’Università degli Studi di Torino 2i3T si è impegnato sin dal 2015 in programmi di sviluppo delle competenze imprenditoriali presso gli Istituti Superiori.

Questi programmi sono inseriti nell’attività di PCTO e hanno portato ottimi risultati rispetto alle attività di orientamento, in quanto fanno sperimentare agli studenti nell’ambiente protetto della scuola una vera e propria “immersione” reale nelle funzioni aziendali consentendo loro di comprendere meglio i loro talenti e loro attitudini e facilitando la scelta di futuri professioni e studi.

Si potrebbero inoltre citare numerosi casi di start up a totale o forte componente femminile, e mi limito a per questioni di spazio a citare la più recente Fideliomed che con la sua founder Simona Roggero che ha ricevuto alla fine del 2021 il prestigioso riconoscimento del Premio Nazionale dell’Innovazione nel settore Life Science per la sua applicazione integrata riguardante lo screening della carenza di ferro nella popolazione femminile.

2i3T presenta inoltre una peculiarità rilevante per i nostri interessi: è il primo Incubatore Universitario in Italia ad avere come Presidente una donna, la Professoressa Fiorella Altruda, che oltre a questo ricopre diversi incarichi istituzionali di altissimo profilo.

Dove ci porteranno i prossimi passi?

Posso dire che sono orgogliosa di poter contribuire quotidianamente allo sviluppo delle opportunità per le studentesse, le ricercatrici e le docenti, consentire loro di vedere in l’impatto concreto dei risultati delle loro ricerche – dalle scienze dure alle humanities – sullo sviluppo del territorio, sulle opportunità lavorative e sul benessere dei cittadini.
L’innovazione sarà sempre più un driver imprescindibile per lo sviluppo del Paese e continueremo a impegnarci affinché sempre più donne ne facciano parte, grazie al loro talento e alla loro creatività.

Credits: 3D Animation Production Company da Pixabay

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