
Giro giro tondo cambia il mondo
di Giada Andriolo (Avvocata in Milano – FronteVerso Network)
La Riforma 206/2021 è funzionale a dotare il giudice della Famiglia e dei Minori di strumenti per uno ius dicere mai più stereotipato, che si modelli sulla silhouette psicosociale di quell’irripetibile e particolare bambino, di quell’unica e specifica famiglia. Anche la figura del Curatore speciale dei Minori è stata rinnovata e ha una nuova casa nel titolo IV bis del codice di procedura civile.
Casa nuova e vesti nuove.
Resta il fatto che uno dei principi cardine che orchestra il ruolo del curatore è quello relativo all’ascolto del proprio Minore, in una doppia accezione: nella sfera “privata” tra difensore e assistito, nella sfera istituzionale avanti al giudice.
Con la novella, l’ascolto del Minore è condotto dal giudice togato, che può farsi assistere da esperti e altri ausiliari. Solo se autorizzato dal giudice il curatore può partecipare all’ascolto.
Il curatore, dunque, oggi, deve essere autorizzato a partecipare all’ascolto del proprio assistito, con il rischio di vedere passate di moda le prassi virtuose dei protocolli nati dall’esperienza interdisciplinare, secondo cui l’“assistenza” del Curatore al suo minore durante l’ascolto, nel suo “momento” procedimentale, è opportuna in re ipsa.
Ai posteri l’ardua sentenza – senso letterale- sulla portata e le conseguenze di tale disposizione.
In teoria, ma anche in pratica, il curatore è la figura che più conosce il suo Minore e che sovente prima del giudice ha già sperimentato l’incontro.
Il Curatore è la voce del minore e la voce del minore è essa stessa- come l’incontro- una domanda: la domanda di aiuto trasfusa negli atti.
La riforma si preoccupa che dell’ascolto venga effettuata registrazione audiovisiva, e, se per motivi tecnici non è possibile, che il processo verbale descriva dettagliatamente il contegno del minore, così avvicinando l’ascolto a una consulenza tecnica.
Chissà se l’Ascolto riuscirà a conservare l’ontologica finalità dell’approfondimento del sentire del fanciullo o si omologherà alle finalità di una consulenza tecnica e alle sue derive conflittuali.
Nessun dubbio che il giudice ingaggiato nell’ascolto attivo si è da sempre preoccupato di far respirare i verbali dei tempi dei silenzi, dei sorrisi e dei singhiozzi del proprio minore.
Verbalizzare il contegno è un talento che nessuna norma potrà mai codificare, perché si matura con la profonda conoscenza dei principi di diritto costituzionale, internazionale e convenzionale minorile.
L’art. 473 bis.5 sulla modalità dell’ascolto svela anche una bella novità: il Minore che ha compiuto quattordici anni, fino a quel momento un non parlante in una storia che parla di lui, è informato della possibilità di chiedere la nomina di un curatore, potendo divenire voce di diritto nel suo processo.
Qualunque veste si voglia dare alla delicata materia dell’Ascolto, resta che costituisce una modalità di riconoscimento del diritto fondamentale del Minore ad essere informato e ad esprimere le proprie opinioni nei procedimenti che lo riguardano, nonché elemento di primaria importanza nella valutazione del suo interesse.
Ascoltare è perseguire i best interests of child: criterio ermeneutico e teleologico di ogni norma di diritto minorile.
Ascoltare è esplorare ogni mondo possibile.
Ascoltare non è sentire o documentare.
“Non si tratta di vedere o sentire cose diverse, si tratta di guardarle e ascoltarle in modo diverso.”
Parola di Sherlock Holmes!
Credits: Jukka Niittymaa da Pixabay
https://www.oralegalenews.it/category/rubriche/persone-famiglie-minori/
#TOPICS: ultimi articoli
Avvocati, cosa… come…?
Massimo Corrado Di Florio
Autentici depositari di una fede di libertà
Rilevanza strategica
Andrea Buti
Inquadrare il problema, individuare le opzioni, immaginare gli scenari
Per prima cosa, uccidiamo tutti gli avvocati
Aldo Luchi
Le battaglie per i diritti di tutti e non per il privilegio di pochi
Lo sguardo laico
Nicola Cirillo
Una funzione propulsiva del progresso e dello sviluppo sociale
Dieci ragazzi per noi
Ileana Alesso
Il linguaggio del legame sociale è un linguaggio “speciale” che deve essere “normale
Sentimenti e regole
Antonio Pascucci
Le regole sono il fondamento di ogni comunità strutturata, necessarie per garantire un equilibrio tra ordine e libertà
Un fiocco di tanti colori
Paola Furini
Ai ragazzi e alle ragazze è stata garantita la possibilità di partecipare alla vita pubblica
Rubriche: ultimi articoli
Andrea Mazzeo Le condotte conflittuali o di sopraffazione tra i coniugi non sono equiparabili al mobbing nel mondo del lavoro
Anna Frasca
Esiste una correlazione inversa tra il lavoro domestico e il desiderio di avere figli
Paola Regina
La giurisprudenza della Corte Europea dei diritti dell’uomo ha elaborato
nozioni autonome di diritto e di legge
Emilio De Capitani
Elementi fondanti per il diritto all’auto determinazione di ogni individuo e per il funzionamento di una società democratica
Roberta De Monticelli
L’idea di trasparenza è il luogo dove la logica si salda con l’etica
Stefania Cavagnoli
L’importanza del diritto e della sua comunicazione come strumento di relazione e di garanzia
Massimo Corrado Di Florio
Le parole non devono essere ingannatrici
Trasparenza delle leggi e strumenti di democrazia partecipativa in Italia e in Europa
Ileana Alesso
Se un linguaggio che non è possibile capire e parlare è un linguaggio che rende muti, ferisce le persone e la comunità, occorre la bussola di una lingua comune per l’orizzonte disegnato dalla Costituzione
Povera, si direbbe.Che già ad essere figlia di Agamennone e…
Giovanna Fava
Le richieste di provvedimenti in materia di famiglia sono tutte urgenti
Angelo Santi
Un campo di azione in cui esplicare la libertà delle parti
Andrea Casto
Prima di tendere alla emenda del reo, la pena deve essere sanzione e monito