
L’abuso infantile
di Andrea Mazzeo (Psichiatra in Lecce)
Le decisioni giudiziarie che vedono i bambini allontanati dal genitore protettivo e collocati presso il genitore rifiutato o in comunità per minori, molto spesso vengono assunte non per condizioni di “abbandono, morale o materiale”, o perché il bambino è “allevato in locali insalubri o pericolosi, oppure da persone per negligenza, immoralità, ignoranza o per altri motivi incapaci di provvedere all’educazione di lui”, ma sulla base di consulenze tecniche che rappresentano al Giudice una condizione di presunto abuso psicologico consistente nella cosiddetta sindrome di alienazione genitoriale (PAS), o alienazione parentale, o problema relazionale, rapporto simbiotico, ecc.
Nella sostanza dalla presunta e mai dimostrata, se non in rari casi, manipolazione psicologica del minore da parte di un genitore per portarlo a rifiutare la relazione con l’altro genitore.
Parlando di abuso psicologico infantile si deve necessariamente fare riferimento alla letteratura specialistica in materia.
Il testo più accreditato è il “Trattato italiano di psichiatria”, curato dai professori Paolo Pancheri, di Roma, e Giovanni Battista Cassano, di Pisa.
Il tema dell’abuso infantile è svolto nel terzo volume, sezione dei “Disturbi ad esordio nell’infanzia e nell’adolescenza”, capitolo 86, pagina 2.983, scritto dal Prof. Nivoli, psichiatra forense, e suoi collaboratori.
L’abuso psicologico è trattato nel paragrafo “Maltrattamento psicologico”, alla pagina 2.987.
Vi vengono elencate le diverse tipologie di abuso psicologico (assenza di empatia per i vissuti, pensieri, desideri del minore; negazione dell’identità psicosociale del minore; cronica svalorizzazione dei pensieri, emozioni, azioni del minore; minacce di violenza e di morte verbali o gestuali, ecc.), ma non la PAS o alienazione parentale.
Più di recente, nel 2014, è stato pubblicato in italiano il DSM-5, cioè la classificazione statunitense dei disturbi mentali.
L’abuso psicologico è trattato alla pag. 836, e ne sono riportati vari esempi, o condotte che realizzano un abuso psicologico infantile (rimproverare, denigrare o umiliare il bambino; minacciare il bambino; danneggiare/abbandonare persone o cose cui il bambino tiene; confinare il bambino in un piccolo spazio chiuso; disciplinare il bambino in modo eccessivo, ecc.).
In nessuna riga si leggono le parole “alienazione parentale” o uno dei suoi sinonimi.
In alcune CTU ho ho letto il riferimento alle Linee guida emanate dalla SINPIA nel 2007, dove effettivamente si legge, alla pagina 10, «Una ulteriore forma di abuso psicologico può consistere nella alienazione di una figura genitoriale da parte dell’altra sino alla co-costruzione nel bambino di una “Sindrome di Alienazione Genitoriale” (Gardner, 1984)».
A parte la farraginosità della frase e il fatto che la PAS, come ben sappiamo, non ha alcuna base scientifica, vi si legge un riferimento bibliografico incompleto (mancano titolo e rivista che ha pubblicato l’articolo) ma soprattutto inesistente in letteratura; il primo articolo di Gardner sulla PAS è infatti del 1985.
Questa posizione della SINPIA è smentita, come sopra dimostrato, dalla letteratura scientifica di riferimento e pertanto non può essere rappresentata al Giudice, inducendolo in errore, dai consulenti tecnici; questi ultimi, come da codici deontologici, hanno l’obbligo di attenersi alle conoscenze scientifiche più aggiornate nel proprio campo di competenza.
Secondo la letteratura specialistica costituiscono un abuso psicologico solo le condizioni ivi descritte, e tra queste non è citata l’alienazione parentale; continuare a insistere con questo concetto antiscientifico rappresentandolo al giudice come un abuso psicologico può configurarsi come negligenza e imperizia.
di Andrea Mazzeo su Ora legale NEWS:
https://www.oralegalenews.it/category/rubriche/persone-famiglie-minori/
Image credit: Alemko Coksa da Pixabay
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