
Ladri di avvenire
di Fabio Cesare (Avvocato in Milano)
Un teologo francescano del trecento, Guglielmo di Auxerre, riferiva che il tempo appartiene solo a Dio e che l’interesse sul mutuo non può essere lecito perché viola una legge divina.
Il denaro infatti non può generare altro denaro se non facendo finta di avere ciò che si percepirà nel domani. I mutui erogati e la finanza intera si fondano su un sostanziale furto di tempo: attualizzano risorse che dovrebbero essere disponibili solo domani.
Ora, cosa succede se si esagera con il latrocinio del tempo?
Cosa succede in questa prospettiva se supera la soglia della sostenibilità e i finanziamenti assunti diventano eccessivi, non più rimborsabili e si finisce in uno stato di sovraindebitamento?
Forse, per assurdo, si scivola in una condizione senza futuro.
Perché i sovraindebitati non possono più progettarsi: “pro-iacto“, significa “gettarsi in avanti“, immaginarsi verso il futuro.
Di-sperati, come sono i sovraindebitati, significa senza speranza e la speranza è esattamente una visione ottimistica di uno scenario che sarà.
Chi è sommerso dai debiti ha uno sguardo immerso negli espedienti necessari per trovare una soluzione all’asfissia; ha lo sguardo diretto al passato, al momento in cui ha creato quell’errore di troppo, ha contratto quel debito eccessivo, ha diretto le risorse in quell’investimento sbagliato.
I sovraindebitati sono rivolti indietro, per questo sono fragili e facilmente adescabili dalla malavita, perché sono bisognosi di ritornare alla vita che sentono di non avere più.
Non sono più capaci di progettare perché il furto del futuro dei finanziamenti che hanno contratto in eccesso non permette loro di rivolgersi verso il domani: non possono nemmeno desiderare.
Ma chi non progetta e non ha futuro, non vive. Forse è per questo che la legge 3/2012 era chiamata salva suicidi, perché senza un progetto non si può nemmeno vivere.
Se quello che ho detto è vero, allora la liberazione dal fardello dei debiti appare una questione di dignità umana e di tutela della vita.
Valori che nella nostra Costituzione sono iscritti tra i diritti fondamentali, perché la Costituzione tutela i diritti inviolabili dell’uomo e impone l’adempimento della solidarietà all’art. 2.
L’opposta tutela del credito, all’art. 47 della Carta Fondamentale, non è annoverato tra essi.
Si tratta di un diritto certamente di rango inferiore.
Con l’esdebitazione allora, si restituisce il maltolto, e si permette ai sovraindebitati di continuare a vivere restituendo loro il futuro rubato da troppi finanziamenti.
Il codice della crisi riconosce che la legge 3/2012 non ha fatto abbastanza in materia.
Nella relazione illustrativa è stato dichiarato l’obiettivo di conferire maggior peso al fenomeno esdebitatorio, che rappresenta il vero obiettivo perseguito dal soggetto destinatario della normativa, liberandolo da un peso che rischia di divenire insostenibile e di precludergli ogni prospettiva futura.
Occorrerà un vero salto di qualità per comprendere che senza prospettive, non c’è più uomo. In quest’ottica, è meglio una lesione del credito che una lesione della dignità umana.
Credits: 0fjd125gk87 da Pixabay
Di Fabio Cesare, su Ora Legale News
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