Nuovo imperativo morale

Nuovo imperativo morale

di Elisabetta Venezia (Ricercatrice e Docente di Economia Applicata UniBa Aldo Moro)

Vivo a Bari, una bella e controversa città del sud Italia, mamma di una ragazza di sedici anni, Sara, e svolgo attività di ricerca, didattica e consulenziale in vari ambiti economici, con una specializzazione nel settore dei trasporti.
La mia sede di lavoro è il Dipartimento di Economia e Finanza dell’Università degli studi di Bari Aldo Moro, ma molto spesso mi trovo fuori dalla mia città per un’intensa attività di ricerca svolta prevalentemente all’estero.
Questo è un aspetto molto bello del mio lavoro perché mi consente di relazionarmi con tantissime persone di diversa provenienza geografica e scientifica, con un accrescimento scientifico e umano che a mio avviso non ha pari.
Certo, conciliare questo tipo di attività lavorativa con gli affetti e le componenti umane non è semplicissimo, da sempre. Avere un trolley sempre pronto, vicino la porta, non è sempre piacevole, ma poi tutto si supera perché l’entusiasmo, lo slancio e la passione porta tutti ad avere relazioni migliori.

Ho sempre avuto un interesse spiccato per le discipline economiche, alimentato da una serie di incontri con docenti, a partire dall’età adolescenziale, che mi hanno trasmesso tutti gli elementi su cui costruire la mia attuale specializzazione. In questo sono stata molto fortunata.
La mia strada ha incrociato quella di consiglieri saggi con una accentuata voglia di insegnare, ascoltare e capire e grazie ai quali ho potuto trovare me stessa.
E così mi sono avviata ad approfondire le mie conoscenze sia in sedi universitarie italiane sia in alcune località straniere. È iniziato quindi il mio incessante girovagare scientifico tra Londra, Lisbona, Parigi, Hong Kong, Berlino, New York e così via. Tutti luoghi e persone che hanno lasciato il segno e dai quali ho attinto nuove idee per sviluppare la mia cultura da mettere al servizio della collettività e della comunità scientifica.

Le tematiche di cui mi occupo appartengono ai filoni dell’economia che riguardano la sostenibilità, l’equità, le questioni di genere e gli strumenti di misurazione dei diversi fenomeni economici in termini valutativi.

Con specifico riferimento all’equità, mi fa piacere delineare l’attività di ricerca svolta a livello europeo che ha portato a realizzare linee guida da utilizzare in tutti gli stati membri dell’UE per la valutazione degli investimenti infrastrutturali.
Comprendere le implicazioni dell’equità delle politiche e degli investimenti nei trasporti sta infatti diventando sempre più importante.
Ciò pone una sfida rilevantissima nella valutazione dei progetti e delle politiche di trasporto, in cui le questioni di equità sono attualmente affrontate con difficoltà.
In effetti, gli attuali metodi di valutazione nei trasporti non tengono conto delle questioni di equità e questo argomento non è trattato nelle guide dell’UE per la valutazione dei progetti.

L’attività che ho svolto nell’ambito di alcuni progetti ha contribuito alla proposizione di nuovi approcci per incorporare la considerazione dell’equità nella valutazione dei progetti di trasporto e nel processo decisionale.
Gli approcci consistono nella misurazione dell’accessibilità, alla luce della letteratura sulla giustizia sociale e sulle questioni di genere, dei modelli di comportamento di viaggio e delle analisi degli impatti socio-economici in linea con l’economia del benessere tradizionale.

Con orgoglio sono riuscita a stabilire una metodologia per esplorare i collegamenti tra accessibilità dei trasporti e fattori distributivi, a sviluppare nuovi criteri di valutazione dei trasporti che tengano conto dell’accessibilità nella funzione di assistenza sociale e, infine, a contribuire all’integrazione della valutazione dell’equità nelle politiche e negli investimenti futuri in materia di trasporti.

Le implicazioni sono davvero importanti perché gli attuatori delle politiche economiche e territoriali possono finalmente programmare e pianificare considerando la sostenibilità e l’equità socio-territoriale quale nuovo imperativo morale alla luce delle questioni di genere e delle esigenze specifiche di segmenti peculiari della popolazione.

Credits: Gerd Altmann da Pixabay

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