A che servono gli Avvocati?
di Rosanna Mura (Avvocata in Cagliari)
A cosa servono gli Avvocati? Una catena umana intorno ai tribunali per ripartire.
Da marzo i nostri studi sono aperti, considerati importanti e necessari per il lavoro che assicuriamo.
E però il silenzio che ormai contraddistingue i tribunali segnala che qualcosa non va.
Siamo lontani dalle aule, lontano dallo stare insieme che abbiamo sempre conosciuto: Foro nel senso più antico di questo termine.
Il tribunale per i tanti colleghi e colleghe che lo frequentano è luogo di incontro, di scambio di idee, di parola. Restare in aula anche quando il processo che viene trattato non è il tuo permette di imparare, di capire, di discutere.
Il nostro è un lavoro di parola e di pensiero.
Oggi ci sentiamo penso un po’ stanchi di dover guardare dalla finestra, di poter solo discutere tra colleghi di studio, quando ci sono.
In questi giorni mentre vado nel mio studio e percorro la stessa strada di sempre, passo accanto al tribunale e lo guardo con un misto di tristezza e rimpianto.
In quel palazzo ho fatto chilometri a piedi, ho corso da un piano all’altro per inseguire udienze e orari d’ufficio, ho passato ore in consiglio a cercare di fare qualcosa di utile per gli altri colleghi e colleghe, ho visto qualche alba spuntare quando ci sono state le elezioni e i numeri correvano rapidi sui tabelloni delle preferenze a disegnare nuovi scenari.
È stata per oltre vent’anni la mia seconda casa, fatta di visi e voci conosciute, di strade che potevi percorrere dentro per andare da una parte all’altra più rapidamente possibile quasi ad occhi chiusi.
Oggi questo mondo, il mio, è silenziosamente vuoto.
E con quel silenzio si perde una voce importante, la nostra che serve a dare parola a chi non ne ha, a chi spesso nasce dalla parte sbagliata o ci si mette da solo ma è comunque soggetto di diritto.
Mentre camminavo e ho, come sempre, sollevato lo sguardo per rileggere il motto che campeggia sulla parte frontale del palazzo, ho pensato che al di là di tutte le discussioni, le polemiche, le manifestazioni di protesta (giuste peraltro) a me piacerebbe farne una simbolica: una catena umana intorno al tribunale per spiegare a tutti che quel luogo per noi è importante, che lo vorremmo vedere di nuovo popolato dalle nostre voci e dai nostri visi, anche se con una mascherina indosso.
Per chi questo lavoro lo ha scelto, per chi ci si è trovato e se ne è innamorato nel tempo, serve un segnale che dica chiaro e forte che senza di noi, senza la nostra voce, la giustizia non riparte.
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