Futurabilia
di Massimo Corrado Di Florio
Mirabilia del dopo
Il dopo che non è mai dopo, l’immobilismo del prima e il fiato corto del momento che ci consola rattristandoci.
Il neologismo è d’obbligo. I c.d. memorabilia altro non sono se non opere, fatti o eventi così importanti da poter essere ricordati nel tempo. Mi piace allora pensare che i futurabilia non possono che essere altrettanti fatti, opere o eventi. L’unica differenza, semmai, è la loro semplice disposizione (casuale, ovviamente) su una immaginaria linea temporale del dopo. Anche il pensiero, perciò, rientra in questa impalpabile categoria. L’Essere, persino. Lo dico con la modestia più intensa che si possa immaginare, a condizione che la si possa misurare in tale maniera.
Mi par d’essere diventato il Sig. Ivan Karamazov:
“Ma allora, domando, che sarà dell’uomo? Senza Dio e senza vita futura? Tutto è permesso dunque, tutto è lecito?”
La affermazione/domanda di Ivan Karamazov (F. M. Dostoevskij, I fratelli Karamazov) pone, e da un bel po’, qualche riflessione. In questo “dopo” che ci affligge e non è per nulla protettivo, che genere di memorabilia del poi ci possiamo immaginare?
L’assenza di qualsivoglia deità all’orizzonte, sia pure nel suo più doveroso significato laico possibile, se da un lato può renderci affrancati e liberi dai lacci e dai lacciuoli narcisistici, dall’altro rischia di spingerci verso una forma di neo-nichilismo assai dannoso.
In realtà, ciò che alla fine della fiera ci domina e governa è pur sempre il caos. Noi, al più, ma con grandissimo sforzo funambolico, possiamo tentare di mantenerci in equilibrio. Obliquamente in piedi, se così posso dire.
Nemmeno so bene se i futurabilia potranno mai venire ad esistenza. Trattasi di mere categorie speculative, mi sa. Una speranza intorno alla loro ipotetica esistenza, un po’ più in là nel tempo. Per il momento, tutto tace.
Come ho già avuto modo di scrivere altre volte, la sonnacchiosa eternità del presente non consente alcun genere di interpretazione premonitrice multifattoriale: ci mancano i fatti. Essi non sono ancora venuti ad esistenza e il c.d. “effettore ultimo” è solo una delle tante possibili previsioni.
Si naviga a vista, inutile illuderci.
“la politica tramonta perché si illude di poter guidare il capitalismo, ossia ciò che è destinato al tramonto…Da tempo i miei scritti indicano la Dimensione che mette in questione la verità della storia dell’Occidente. L’inevitabilità del tramonto della politica appartiene cioè alla coerenza estrema dell’errare estremo. Anche Lucifero è portatore di luce” (Emanuele Severino. Il Tramonto della Politica. Considerazioni sul futuro del mondo).
Picture: Futurabilia, di Massimo Corrado Di Florio, 2020
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