
Le parole per dire che è finita
di Giovanna Fava (Avvocata in Reggio Emilia)
La letteratura è piena di suggerimenti di quali parole usare per dichiarare i propri sentimenti di amore e di affetto, pare più difficile trovare le parole per dire che un rapporto è finito.
Eppure la nostra vita, ci spiega Paolo Borzacchiello, esperto di intelligenza linguistica, «è il risultato del linguaggio che usiamo in ogni contesto, con noi stessi e con gli altri».
Usare un linguaggio onesto, pulito e costruttivo, utilizzando le parole con la consapevolezza che alcune alzano muri ed altre aprono finestre, cambia la nostra vita e quella degli altri.
La definizione di quello che siamo e il ricordo che lasciamo nell’altro saranno il frutto delle parole che abbiamo usato e delle modalità che abbiamo utilizzato, non basta quindi dirlo occorre dirlo bene.
Ma esiste un modo siffatto?
Tutti ci siamo scandalizzati del licenziamento di 70 dipendenti della Logistica Italia, avvenuto, ad agosto 2021, con un sms: “Erano le dieci e un quarto di sera – racconta Annarita Nasca – quando ho ricevuto il messaggio: stavo per andare a letto. Sono rimasta di stucco, è stata una doccia fredda per tutti, ci siamo sentiti offesi nella nostra dignità, avevamo lavorato regolarmente fino a venerdì sera, in modo normale, non ci aspettavamo assolutamente quella notizia: non riuscivo a realizzare cosa stesse accadendo, ho avuto proprio un crollo psicologico“.
Una modalità così grave di comunicazione non può essere liquidata come un errore tecnico, essa esprime quell’estraneità che è alla radice di ogni nostro disagio.
A maggior ragione in un rapporto affettivo, alla fine di una relazione amorosa non potrà essere usato un sms o una e mail, non solo per il rispetto della persona che ha condiviso tanti momenti con noi, ma anche per il rispetto che dobbiamo a noi stessi e delle scelte fatte a suo tempo.
Ma esiste un modo giusto?
All’oggi una coppia su due si separa. Si tratta quindi di una scelta di vita niente affatto eccezionale, eppure pare che di fronte a tale eventualità siamo del tutto impreparati, viviamo la decisione come un lutto da elaborare senza avere alcuna difesa.
Accade che le persone vengano da noi e ci dicano di avere scoperto che l’altra/l’altro ha tradito, oppure ha da tempo un’altra relazione.
Talvolta questo fatto è decisivo per decidere di separarsi, il più delle volte però c’è disponibilità a superare il torto subito a fronte di una dichiarazione che trattasi di episodio a sé, di richiesta di perdono e promessa di cambiamento.
Succede che avvenga a pochi mesi dalla nascita di un figlio e che non si riesca o non si voglia spiegare il perché, vanno evitate frasi quali “non mi piaci più, sei rimasta grassa dopo la gravidanza” e tutte quelle che tendono a colpevolizzare l’altro di un disagio che dipende solo da noi.
A volte la dichiarazione che è finita viene data con parole chiare e semplici ma ugualmente male accolta:
“me lo ha detto il giorno prima del mio compleanno, rovinandomi la festa”
“proprio adesso che la ragazza grande deve preparare l’esame”
“me lo ha detto dopo che siamo tornati dalle vacanze, cosa è successo non lo so”
“proprio adesso che abbiamo appena comprato casa, non poteva dirmelo prima che io abbandonassi il mio monolocale?”
A chi ha lamentato queste modalità ho provato a chiedere in quale altro modo avrebbe voluto saperlo.
Ho visto sguardi smarriti e privi di una risposta.
Perché è il fatto in sé che addolora, qualunque siano la modalità e la tempistica con cui viene comunicata la decisione.
Qualcuno, più riflessivo, ammette che sì le cose non andavano tanto bene da un po’ di tempo, si parlava poco, usciva spesso, rientrava tardi, non gli andava bene nulla di quello che facevo, era intollerante con i ragazzi ecc.
Opposti sentimenti, opposti stati d’animo, opposte prospettive per il futuro dovrebbero portare a esplicitare la decisione solo dopo aver avuto consapevolezza dei primi, in molti, invece, la parola precede il pensiero e la consapevolezza arriva solo dopo aver sentito uscire le proprie parole.
«… le parole fissano la verità solo dopo averla assassinata; lasciano sfuggire ciò che v’è in essa di più importante: la sua presenza.»
(Simone de Beauvoir, “La forza delle cose”)
Credits: X di Patrick Tuttofuoco – Via Fernanda Wittgens – Milano
Di Giovanna Fava, su Ora Legale News
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