Prospettiva di genere

Prospettiva di genere

La centralità delle “persone” nell’agire aziendale

di Luisa Pulejo (Ordinaria di Economia Aziendale – il Dipartimento di Economia Unime)

Bisogna credere in quello che si fa.

Il percorso che mi ha portato a ricoprire oggi il ruolo di Professoressa Ordinaria di Economia Aziendale è stato lungo e impegnativo. Non posso dire che sia stato privo di compromessi e sacrifici, a volte di ostacoli, sin dal periodo della formazione universitaria nella Facoltà di Economia e Commercio dell’Università degli Studi di Messina, ma sicuramente ne è valsa la pena.
Ho avuto tante soddisfazioni in ambito lavorativo, e soprattutto dal punto di vista della mia crescita personale.

Dopo qualche anno di esperienza lavorativa post-laurea nel mondo della ricerca, della professione e della scuola ho deciso che mi sarei impegnata a tempo pieno esclusivamente nell’attività didattica e di ricerca universitaria.
Gli anni ’80 non offrivano grandi opportunità a chi voleva intraprendere questa carriera e, talvolta, le poche opportunità che si presentavano “di fatto” non erano riservate a chi, come alcuni pensavano, “non aveva bisogno”!
Non so dire se perché donna … forse a voler significare che a una donna dovesse essere riconosciuto esclusivamente il ruolo di figlia, di moglie o di madre, o che una donna dovesse lavorare solo per necessità economica e che, pertanto, al mio impegno lavorativo in quei tanti anni di attività non fosse necessario attribuire un riconoscimento formale ed economico.
Nonostante ciò, ho continuato a perseguire il mio obiettivo, sollecitata anche dall’ambiente lavorativo culturalmente stimolante in cui svolgevo la mia attività di ricerca e di supporto alla didattica.

Nell’analizzare l’attività delle aziende ho sempre messo al centro le “persone”.

Sin dall’inizio della mia attività di ricerca in campo economico-aziendale mi sono occupata principalmente del ruolo sociale che le aziende svolgono nel sistema economico.
Nell’analizzare le condizioni di vita e di esistenza delle aziende e gli strumenti utilizzati per far fronte agli obblighi di rendicontazione, piuttosto che considerare unicamente i profili economici dei risultati realizzati, ho approfondito le tematiche dell’accountability sociale.
La centralità che ho sempre assegnato alle “persone” mi ha spinto ad andare oltre le “cifre”, a considerare rilevanti anche “i fatti” e “i valori” alla base delle scelte aziendali e ad analizzare come la ricchezza prodotta dalle aziende venisse ripartita tra le persone che avevano contribuito alla sua produzione.

Come è nato il mio interesse verso le tematiche del gender mainstreaming e del bilancio di genere.

Nel 2008 la partecipazione ad un gruppo di studio dell’Accademia Italiana di Economia Aziendale è stata l’occasione per avvicinarmi e appassionarmi alle tematiche del Gender Mainstreaming e del Bilancio di genere, uno strumento che, in quegli anni, cominciava a diffondersi nel nostro Paese.
Da allora ho condiviso l’impostazione valoriale della strategia europea del Gender Mainstreaming – una tematica, in quegli anni, di frontiera per noi aziendalisti – considerandola come un orientamento strategico di fondo da osservare nei processi di definizione, monitoraggio e valutazione dell’attività delle aziende (pubbliche e private), in grado di dare valore alle specifiche condizioni di vita delle persone, a considerare le loro aspettative e i bisogni che esse esprimono, a garantire loro la parità di diritti e di opportunità.
Nel valutare attraverso una “prospettiva di genere” le conseguenze di ogni decisione e azione, nonché gli impatti che l’attività delle aziende determinano sui diversi soggetti ho dato rilievo alle disuguaglianze e differenze degli individui.
Esse, ho sempre pensato, non riguardano soltanto la natura biologica delle persone, l’appartenenza al genere maschile o femminile, ma anche la loro identità sociale e culturale connessa a quell’insieme di condizioni che influenzano gli stili di vita, i ruoli, le aspettative delle persone, che si riflettono sull’attività lavorativa, che suscitano i bisogni delle persone e orientano le loro scelte di consumo.

È fondamentale trasmettere una cultura di genere alle nuove generazioni.

Anche nell’attività di divulgazione e di didattica universitaria ho cercato di trasferire le mie competenze su queste tematiche.
Ritengo, infatti, fondamentale diffondere alle nuove generazioni un “cultura di genere” per fare in modo che le specificità delle persone non vengano più considerate in modo distorsivo, come fattori discriminanti, ma come un “valore”, e soprattutto affinché si realizzi una consapevolezza ampiamente condivisa degli enormi vantaggi che il “rispetto” e la “valorizzazione” delle diversità possono comportare sui singoli individui, sulle istituzioni e su tutta la società.

Credits: mohamed_hassan da Pixabay

SHORT BIO:
Professoressa Ordinaria di Economia Aziendale SECS P/07 (Economia Aziendale) dal 29.12.2006, in servizio presso il Dipartimento di Economia dell’Università degli Studi di Messina www.unime.it/
Docente nelle seguenti discipline:
“Economia Aziendale” nel Corso di Laurea triennale in Economia Aziendale (L-18) https://economia-aziendale.cdl.unime.it/it
“Corporate Social Responsability e Sustainability Reporting” nel Corso di Laurea Magistrale in Consulenza e gestione d’impresa (LM-77) del Dipartimento di Economia dell’Università degli Studi di Messina https://consulenza-e-gestione-di-impresa.cdl.unime.it/it
Responsabile scientifico del Team di ricerca dell’Università degli Studi di Messina, Partner Investigator del progetto di ricerca quadriennale LeTSGEPs “Leading Towards Sustainable Gender Equality Plans in research institutions” nell’ambito del Programma Horizon-2020-SWAFS-2019: Support to research organisations to implement gender equality plans, coordinato dall’Università di Modena e Reggio Emilia. EU proposal 873072 https://letsgeps.eu/
Socia fondatrice e Vice Presidentessa (dal 2016 al 2024) del Gruppo Bilanci e Sostenibilità – G.B.S. https://www.gruppobilancisostenibilita.org/
Delegata del Rettore dell’Università degli Studi di Messina al coordinamento per la redazione del Bilancio di Genere UniMe
Delegata del Rettore dell’Università degli Studi di Messina per il Bilancio Sociale d’Ateneo
Componente del Gruppo di Lavoro (GdL) RUS Inclusione e Giustizia sociale nella Commissione di Ateneo per la Sostenibilità (dal 5 marzo 2021)
Delegata Unime nel Gruppo tematiche di genere della CRUI dal 2018
Componente della Commissione GEP della Commissione Tematiche di Genere della CRUI

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