Amnesty International. La forza della parola.

Amnesty International. La forza della parola.

Di Mario de Marco (Avvocato in Bari)

Amnesty International (www.amnesty.org – www.amnesty.it) è un Movimento per la tutela dei diritti umani noto in tutto il mondo.
Forse non tutti sanno che la sua nascita è dovuta ad un avvocato, l’inglese Peter Benenson, il quale nel 1961 lanciò un appello attraverso il quotidiano The Observer volto a chiedere la libertà (appeal for amnesty) di due studenti portoghesi, arrestati durante il regime di Salazar per il solo fatto di aver pubblicamente brindato alla liberazione delle colonie.
L’appello era legato all’articolo intitolato “I prigionieri dimenticati“. All’appello risposero in moltissimi, chiedendo la liberazione degli studenti, così delineando anche i primi obiettivi del Movimento ed il suo metodo di lavoro.

Amnesty International nacque infatti come Movimento per la liberazione dei prigionieri per motivi di opinione che non si fossero macchiati di atti di violenza.

Ed il metodo era quello di coinvolgere il numero maggiore possibile di persone affinché si rivolgessero direttamente alle autorità del luogo in cui i diritti umani erano stati violati ed era necessario agire, scrivendo una semplice lettera.
Una sola lettera è poca cosa, ma migliaia e migliaia di lettere provenienti da tutte le parti del mondo sono una forza.
Era il modo di far capire che quello che accadeva era sotto gli occhi dell’opinione pubblica.
Le autorità che omettevano di intervenire, o erano addirittura in qualche modo direttamente responsabili, dovevano renderle conto e sentirne la pressione.

E’ meglio accendere una candela che maledire le tenebre, diceva Benenson.

Funzionava. Sommerse da lettere provenienti da tutte le parti del mondo, le autorità rilasciavano i prigionieri o quanto meno ne miglioravano le condizioni.
Il Movimento ha gradualmente esteso i suoi obiettivi verso l’abolizione della pena di morte, la cessazione delle esecuzioni extragiudiziali, il contrasto all’uso della tortura, sino ad abbracciare tutti i diritti garantiti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo del 1948.
Nel 1977 Amnesty International ha ottenuto il premio Nobel per la Pace.

Dall’appello di Peter Benenson sull’Observer è passato più di mezzo secolo, ormai. Il mondo è molto cambiato. Dalla guerra fredda e dai blocchi contrapposti si è passati alla globalizzazione.
Quello che non è cambiato è la ricorrenza di gravi violazioni dei diritti fondamentali, che Amnesty International continua puntualmente a segnalare e documentare nel suo rapporto annuale, paese per paese, Italia compresa.

Dalla guerra fredda e dai blocchi contrapposti si è passati alla globalizzazione.

Quello che non è cambiato è la ricorrenza di gravi violazioni dei diritti fondamentali, che Amnesty International continua puntualmente a segnalare e documentare nel suo rapporto annuale, paese per paese, Italia compresa.

Anche gli strumenti di comunicazione sono cambiati. Da carta e penna si è passati al fax, ad internet, alle e-mail, agli smartphone ed all’uso dei social network.

Amnesty International continua a mobilitare persone in tutto il mondo, anche in molte piazze di Italia. Anche qui a Bari. Che si tratti della fiaccolata per il 70° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, il 10 dicembre, o di quella per rendere chiaro che non smette di chiedere verità e giustizia per Giulio Regeni, a tre anni dalla sua morte. Dotandosi anche di strumenti innovativi ed adeguati ai tempi, come il barometro dell’odio, monitoraggio del linguaggio dei politici, in quanto pericolosamente denso di espressioni offensive e discriminatorie ai danni delle minoranze, secondo un’analisi che costituisce una tappa verso nuove formule di attivismo che investano sull’educazione ai diritti umani e la comunicazione.

Perchè la retorica dell’odio ci riguarda da vicino, ma non è certo un fatto solo italiano. Come ha dichiarato Salil Shetty, segretario generale di Amnesty International: “Non possiamo demandare passivamente ai governi il compito di difendere i diritti umani. Siamo noi, le persone, a dover agire. Poichè i politici sono sempre più intenzionati a demonizzare interi gruppi, oggi è chiaro come poche volte in passato che siamo tutti noi a doverci schierare, ovunque nel mondo, dalla parte dei valori fondamentali della dignità umana e dell’uguaglianza“.

Amnesty International è ciascuno di noi, chiunque preferisca accendere una candela. Maledire le tenebre non serve a niente.

#TOPICS: ultimi articoli

Avvocati, cosa… come…?

Massimo Corrado Di Florio
Autentici depositari di una fede di libertà

Leggi l'articolo

Rilevanza strategica

Andrea Buti
Inquadrare il problema, individuare le opzioni, immaginare gli scenari

Leggi l'articolo

Trasformazione etica

Tania Rizzo
L’Avvocatura è l’ossatura dello stato di diritto

Leggi l'articolo

Per prima cosa, uccidiamo tutti gli avvocati

Aldo Luchi
Le battaglie per i diritti di tutti e non per il privilegio di pochi

Leggi l'articolo

Lo sguardo laico

Nicola Cirillo
Una funzione propulsiva del progresso e dello sviluppo sociale

Leggi l'articolo

Prospettiva ribaltata

Anna Losurdo
Abbiamo, non da oggi, un problema reputazionale

Leggi l'articolo

Dieci ragazzi per noi

Ileana Alesso
Il linguaggio del legame sociale è un linguaggio “speciale” che deve essere “normale

Leggi l'articolo

Sentimenti e regole

Antonio Pascucci
Le regole sono il fondamento di ogni comunità strutturata, necessarie per garantire un equilibrio tra ordine e libertà

Leggi l'articolo

Un fiocco di tanti colori

Paola Furini
Ai ragazzi e alle ragazze è stata garantita la possibilità di partecipare alla vita pubblica

Leggi l'articolo

Archivio Magazine

Indice

Rubriche: ultimi articoli

Mobbing famigliare o genitoriale?

Pubblicato in |

Andrea Mazzeo
Le condotte conflittuali o di sopraffazione tra i coniugi non sono equiparabili al mobbing nel mondo del lavoro

Stato interessante in stato di diritto

Pubblicato in |

Anna Frasca
Esiste una correlazione inversa tra il lavoro domestico e il desiderio di avere figli

Diritto alla conoscenza

Pubblicato in |||

Paola Regina
La giurisprudenza della Corte Europea dei diritti dell’uomo ha elaborato
nozioni autonome di diritto e di legge

Trasparenza legislativa nella UE

Pubblicato in |||

Emilio De Capitani
Elementi fondanti per il diritto all’auto determinazione di ogni individuo e per il funzionamento di una società democratica

Responsabilità del linguaggio

Pubblicato in |||

Roberta De Monticelli
L’idea di trasparenza è il luogo dove la logica si salda con l’etica

Diritto di capire

Pubblicato in |||

Stefania Cavagnoli
L’importanza del diritto e della sua comunicazione come strumento di relazione e di garanzia

Distrofia sintattica

Pubblicato in |||

Massimo Corrado Di Florio
Le parole non devono essere ingannatrici

Better law making

Pubblicato in |||

Trasparenza delle leggi e strumenti di democrazia partecipativa in Italia e in Europa
Ileana Alesso
Se un linguaggio che non è possibile capire e parlare è un linguaggio che rende muti, ferisce le persone e la comunità, occorre la bussola di una lingua comune per l’orizzonte disegnato dalla Costituzione

Ifigenia

Pubblicato in

Povera, si direbbe.Che già ad essere figlia di Agamennone e…

Sospensione feriale: si/no

Pubblicato in ||||

Giovanna Fava
Le richieste di provvedimenti in materia di famiglia sono tutte urgenti

Una sfida per la qualità

Pubblicato in ||||

Angelo Santi
Un campo di azione in cui esplicare la libertà delle parti

Degrado del diritto penale

Pubblicato in |||

Andrea Casto
Prima di tendere alla emenda del reo, la pena deve essere sanzione e monito