
Non uno di meno, non un diritto di meno
di Filomena Albano (Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza)
Sono trascorsi 30 anni dall’adozione a New York della Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. La ricorrenza impone un bilancio su ciò che è stato fatto e sulle sfide, presenti e future. Cosa manca per la piena attuazione dei diritti in Italia lo ha indicato il Comitato Onu. Tra le raccomandazioni di febbraio 2019: superare le disparità territoriali e raccogliere dati su violenza, disabilità, fuori famiglia, salute mentale e dispersione scolastica. E ancora: assicurare maggior ascolto ai minorenni, garantire il diritto alla salute, contrastare l’abbandono scolastico, garantire la sicurezza degli edifici e migliorare la protezione dei minorenni vulnerabili.
Allo stesso tempo se guardiamo la realtà di oggi, troviamo un mondo diverso: sono emersi nuovi bisogni, nuove esigenze e nuove vulnerabilità. Aumentano gli individualismi, si disgregano le relazioni a tutti i livelli: di coppia, tra generazioni e nella comunità. Abbiamo riflettuto su questo e abbiamo anche ascoltato bambini e ragazzi. Ne sono emersi nuovi diritti. Tra essi ricordo il diritto dei bambini a non essere lasciati soli, a non dover assistere a discussioni o litigi tra genitori, a coltivare i propri sogni e a realizzarli, a utilizzare in modo consapevole e sicuro i nuovi media digitali.
Sarebbe bene parlare di diritti in crescita. I diritti sono sì punti fermi, ma vanno interpretati in chiave evolutiva alla luce del principio, fissato dalla Convenzione, della prevalenza del superiore interesse del minore.
I diritti devono comunque essere realizzati e garantiti nei confronti di tutte le persone di minore età, senza differenze. I servizi all’infanzia e all’adolescenza devono rispettare standard minimi uguali per tutti. Per colmare tali differenze occorre definire i livelli essenziali delle prestazioni previsti dalla Costituzione. Come Autorità garante ne abbiamo indicati quattro: mense scolastiche per tutti i bambini delle scuole dell’infanzia, posti di nido autorizzati per almeno il 33% dei bambini fino a 36 mesi, spazi-gioco inclusivi per i bambini da zero a 14 anni e una banca dati sulla disabilità dei minorenni.
Si tratta non di punti di arrivo, ma dell’inizio di un percorso per definirne altri cosicché sia possibile celebrare i 30 anni della Convenzione dando il via a una serie di azioni concrete per l’attuazione dei diritti di bambini e ragazzi.
Perché nessun bambino resti indietro. Non uno di meno, non un diritto di meno.
Pubblichiamo l’editoriale della Garante in occasione del trentennale della Convenzione di New York, adottata il 20 novembre 1989 https://www.garanteinfanzia.org/il-garante/editoriali/non-uno-di-meno-non-un-diritto-di-meno
Photo credit: ilquotidianoinclasse
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