Anche noi?

Anche noi?

di Paola Perchinunno (Avvocata in Bari)

Come affrontare il bullismo” “Il bullismo e le sue conseguenze sulla salute” “Avances, palpazioni, comportamenti non graditi e continui, si verificano sempre più frequentemente sul posto di lavoro
Centinaia di parole e slogan si sprecano per descrivere e biasimare questi comportamenti. Umiliazioni, persecuzioni e ricatti sul lavoro costituiscono la forma più subdola di violenza, in quanto il disagio e l’imbarazzo che ne proviene, proprio per l’ambiente in cui si attua, rende ancora più difficile la denuncia. Il bullismo è un reato; le molestie sessuali anche. Avvocate e avvocati assumono la difesa di donne e uomini, giovani e meno giovani. Ma chi difenderà gli avvocati da noi stessi giacché il fenomeno non è più fuori di noi, è all’interno di noi?!

ILO, ILC, IBA non sono anagrammi di law firm o l’ennesimo inglesismo da assimilare per non restare fuori dal branco dei più moderni eruditi.

(ILO) International Labour Organization_ Organizzazione internazionale del Lavoro istituita presso l’ONU con sede a Ginevra. L’Organizzazione Internazionale del Lavoro è stata istituita nel 1919 nell’ambito del Trattato di Versailles, per affermare che una pace duratura ed universale è possibile solo se realizzata sulla base della giustizia sociale. L’Italia è un Paese fondatore. E’, quindi, l’agenzia delle Nazioni Unite per il mondo del lavoro. L’ILO stabilisce norme internazionali del lavoro; promuove i diritti sul lavoro; favorisce le opportunità di lavoro dignitoso, il miglioramento della protezione sociale e il rafforzamento del dialogo sociale sulle questioni che riguardano il lavoro. L’ILO ha una struttura unica nel suo genere, perché riunisce i rappresentanti dei governi, dei datori di lavoro e dei lavoratori.

(ILC) Conferenza Internazionale del Lavoro: in occasione del centenario dell’ILO, la Conferenza Internazionale del Lavoro (Ginevra, 2019) ha adottato una nuova Convenzione e una Raccomandazione per combattere la violenza e le molestie sul lavoro. La “Convenzione sulla violenza e le molestie” richiede agli Stati membri di adoperarsi per assicurare “tolleranza zero nel mondo del lavoro”. La Convenzione n.190 è un trattato internazionale con forza vincolante nei paesi che decidano di ratificarla. La convenzione è stata definita da delegate e delegati come “storica”, “un ponte tra il presente ed il passato”: si tratta del primo trattato internazionale che stabilisce il diritto di tutti in quanto persone, una convenzione che “non obbliga più a dover scegliere se continuare a lavorare o smettere di farlo per non continuare a subire violenza e molestie”.

(IBA) International Bar Association Fondata nel 1947, è la più grande organizzazione mondiale di professionisti del settore legale, di associazioni forensi (bar) e di avvocatura (law society).
L’IBA, a seguito della Convenzione n.190, ha effettuato un sondaggio su bullismo molestie e violenze sessuali negli studi legali. Al sondaggio si poteva rispondere in forma anonima, on line e condizioni restrittive, fino allo scorso 26 ottobre. Il risultato è peggiore di ogni peggiore aspettativa.

6980 partecipanti
135 giurisdizioni
condotto in 6 lingue
coinvolge studi legali, in-house, membri della magistratura e della pubblica amministrazione

  • Il bullismo è molto diffuso nel settore legale e colpisce:
  • 1 donna intervistata su 2
  • 1 uomo intervistato su 3.
  • Le molestie sessuali sono ugualmente molto comuni sul posto di lavoro:
  • 1 donna intervistata su 3
  • 1 uomo intervistato su 14

Le vittime non denunciano.
Le vittime lasciano i luoghi di lavoro che non li sostengono. Il 67% degli intervistati è stato vittima di bullismo e il 37% degli intervistati vittima di molestie sessuali: ha lasciato o sta considerando di lasciare il posto di lavoro.
È raccomandazione primaria, tra le altre, dell’IBA sensibilizzare la professione legale di AVERE UN PROBLEMA. La conoscenza è il primo passo per muovere passi verso il contenimento.

D’accordo, ma qui si discute di ben altro! Il difensore dell’omicida è lo stesso omicida!
L’indagine è un reportage obiettivo e neutrale di dati statistici che, ancorchè allarmanti, non devono concentrare l’attenzione sull’esteriorità del dramma. È compito della stessa avvocatura pretendere di scendere nella sostanza e combattere la cultura del patriarcato, la mentalità dell’Es superiore che si sente autorizzato a fare tutto ciò che fa, orientata verso il potere e il predominio.
Nulla si dice a proposito delle persone intervistate: certo sono dipendenti se hanno paura di denunciare e di perdere il lavoro; quindi, chi sono i persecutori?

Ecco come si concretizza la “mente patriarcale”: relazioni di dominio/sottomissione nella sfera dell’autorità, e di iperprotezione/dipendenza per quel che riguarda gli affetti. Come si determina la “personalità autoritaria”? (dagli scritti di Theodor W. Adorno e dallo studio dell’Enneagramma). Esaminiamo, quindi, l’enneatipo che più rappresenta l’avvocato/l’avvocata essendo, tra i nove caratteri fondamentali, il più intellettuale degli attivi.
Il suo intellettualismo è così evidente che a volte può confondersi con il tipo intellettuale: si tratta di persone analitiche, puntigliose, previdenti e anche vocate agli ideali ma sul piano pratico, in quanto disposte all’organizzazione, all’implementazione delle idee e all’amministrazione. Questo carattere viene definito “il perfezionista” che colpisce come persona civilizzata – o civile – per eccellenza; invero le esigenze di perfezione (quanto con sé stesso quanto con gli altri) sono alimentate dall’ira, cosciente e non, residuo di una sofferenza infantile

Il proprio Io idealizzato e pertanto “buono”, aggredisce l’ambiente con un atteggiamento moralizzatore, giudicante, controllante e repressivo.
Questo carattere supercivilizzato è quello che più è riuscito ad addomesticare la propria istintività, ma non contento di aver incarcerato il proprio bambino interiore, si propone con atteggiamento di oppressiva domesticazione in nome di una implicita superiorità morale e sociale.
In nome del principio aristocratico con cui si vestono tali “lupi travestiti da agnello”, proveniente per eredità o educazione, cui si accompagna il pregiudizio sociale o sessuale (maschilismo), legittimano il disprezzo pregiudiziale degli altri: processo in cui si svalutano malignamente gli altri in nome di una superiorità virtuosa.

Tale moralismo è ben diverso dal concetto di moralità, della quale è una perversione. La condotta etica – per sottolineare e riportare l’esposizione al nostro codice deontologico – è genuinamente virtuosa ed è espressione di una naturale capacità amorevole, empatica e compassionevole che porta a volere il bene del prossimo come il proprio.

La nostra professione nasce per essere paladina dei diritti. L’accentuazione egoica ci fa diventare avvocati del diavolo, eppure anche da questo siamo riusciti a fuggire… almeno nel film.

Non dimentichiamo, però, che la coda del diavolo trascina giù moltitudini di innocenti creando un movimento di pensiero e diffidenza ancora più profondo di quello che già esiste verso la nostra professione; tale responsabilità di “etica, probità e onestà intellettuale” è una leva motivazionale che gli ometti in giacca e cravatta, impeccabili e dediti alle apparenze, dovrebbero razionalizzare e far prevalere sull’istinto del desiderio se non altro per non finire inghiottiti nello stesso baratro dell’autoinganno.

La Scuola Superiore della Magistratura ha compreso l’importanza di ricorrere a risorse di altre professioni per concretizzare una sinergia per una più efficace e funzionale “evoluzione della mente”. Ha, quindi, avviato un corso intitolato “la psicologia del giudicare” già nel gennaio 2018, con il seguente dichiarato scopo: “lo scopo del corso, che è quello di approfondire, con l’aiuto delle scienze cognitive e delle neuroscienze, se e come le emozioni, i meccanismi mentali di carattere intuitivo o i pregiudizi possano influenzare la percezione della realtà processuale, l’apprezzamento delle prove e la psicologia del giudizio. Se, in particolare, la psicologia possa aiutare il giudice ad evitare errori del proprio ragionamento”.

Il ragionamento muove il comportamento; così come il bullo è capace di trasformare le paure in potere individuando nelle fragilità delle persone più sensibili e accoglienti l’humus più fertile ove esercitarsi, allo stesso tempo una corretta conoscenza dei comportamenti lesivi potrà muovere gli altri professionisti nel medesimo ambito lavorativo ad organizzare il sostegno psicologico funzionale alla delimitazione del comportamento riprorevole.

La professione legale è composta da esseri umani con un codice deontologico di riferimento che viene fatto studiare molto bene ai giovani abilitandi alla professione forense il cui esame è compromesso se alla domanda su di esso la risposta è errata. E il buon esempio?

Azzardo un possibile monitoraggio attraverso uno sportello istituito presso le sedi dei CDO e CDD, nel risicato spazio a disposizione, che per qualche ora a settimana possa accogliere Colleghe e Colleghi. Lo sportello dovrebbe essere gestito da professionisti della relazione d’aiuto, come counselor e psicologi in front-office, per sovrintendere all’autenticità delle denunce.

Photo credit: www.thisiscolossal.com
(VILE Graffiti Arts)

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