
C’è un grande passato, davanti a noi
di Nicky Persico (Avvocato in Bari e scrittore )
A furia di predirlo a mezza voce, nei corridoi delle aule di giustizia, è accaduto: il caos è giunto, infine.
Il caos vero: fibrillante, privo di alcun punto di riferimento reale e che almeno soltanto appaia stabile. Quella fibrillazione che fa impallidire ogni diatriba o questione, pur annosa, si sia attraversata o affrontata in precedenza.
Assistiamo restiamo e resistiamo attoniti ad ondate quotidiane di notizie, dichiarazioni, prospettazioni e accadimenti che ci turbano, ed è sempre più arduo decidere anche nella nostra mente a quale tematica dare precedenza nella stessa riflessione.
Tanto inutile quanto arduo, inoltre, appare il tentativo di elencazione o esposizione delle problematiche, che entro poche ore sarebbe del resto già superato. Basta guardarsi intorno, basta leggere le “news” da una qualsiasi fonte.
E come se non bastasse, per i problemi non ancora conclamati gli addetti ai lavori ne riconoscono in molte manifestazioni i prodromi.
Il pianeta giustizia appare in fiamme: e in fiamme sono le coscienze, brucianti le domande.
Che futuro ci attende?
Dove possiamo guardare, a quale riferimento certo, per avere risposte?
Dobbiamo pensare: in momenti come questo, storicamente, raggiunto il limite si rinasce.
E il futuro dobbiamo cercarlo guardando indietro. Cercare di capire e ricordare come ci siamo arrivati, fin qui. Apprezzare dove e cosa eravamo, e tenerlo ben presente.
A partire da una Avvocatura che deve ricercare e ritrovare ancora una volta una propria precisa identità, riaffermare il proprio ruolo, riproporsi come argine, adeguarsi ed adattarsi ad un mondo che è cambiato e cambia rapidamente. Difendere se stessa per poter difendere. Ed essere guida, presidio di buonsenso, tramite della realtà quotidiana nei Palazzi, interprete delle distanze e ambasciatrice delle istanze: come è nelle sue prerogative e potenzialità. Nelle sue capacità.
Saggia e finanche autorevole nell’incarnare il disincanto dalle derive: lungimirante e paziente.
Reagire con l’equilibrio, al canto delle sirene. Con la compostezza, agli strepiti. Con l’eloquio, al progressivo dissénno.
In mancanza di riferimenti, dunque, è necessario diventarlo. O meglio: tornare ad esserlo.
Andare verso l’unità, per ritrovare la forza.
Guardandoci indietro, se necessario, per poter di nuovo vedere il futuro.
“La giustizia senza forza e la forza senza giustizia sono due grandi disgrazie”
(Joseph Joubert)

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