
Filmografia della Diaz
di Antonella Matranga (Giornalista)
Era il 2012 e, dopo non poche resistenze da parte degli organi dello Stato, in Italia usciva il film Diaz – Don’t clean up this blood (lo potete vedere su Netflix) diretto da Daniele Vicari che ottenne un grande successo di pubblico e critica facendo incetta di premi anche internazionali.
Il film interpretato, fra gli altri, da Claudio Santamaria, Elio Germano, Alessandro Roja, è incentrato sui terribili scontri fra manifestanti e forze dell’ordine del G8 di Genova nel 2001 che costò la vita a Carlo Giuliani e mise in luce i fatti violenti avvenuti nella caserma Diaz.
Una vicenda che fece scandalo in tutto il mondo, tanto da essere stata definita da Amnesty International “la più grave sospensione dei diritti democratici in un Paese occidentale”.
“Diaz”, oltre ai suoi meriti squisitamente cinematografici, va apprezzato per quello che è: un potente atto di accusa verso una delle maggiori vergogne della nostra recente democrazia, in cui l’indignazione dello spettatore, più che alle violenze mostrate dalla cinepresa, esplode alla lettura dei titoli di coda, che evidenziano la sostanziale impunità dei mandanti e degli esecutori.
Un film che oggi ha ancora una grande valenza politica, di impegno e di coraggio anche per la difficoltà nel riuscire a realizzarlo, come ha messo in evidenza lo stesso Daniele Vicari lo scorso 20 Luglio nel 19esimo anniversario della morte di Carlo Giuliani, durante l’incontro con il pubblico insieme agli attori Elio Germano e Francesco Acquaroli, organizzato da Amnesty International per la rassegna Diritti al cinema.
«Non ci siamo arresi – ha spiegato Daniele Vicari – era una storia che anche senza finanziamenti doveva essere raccontata».
Il film infatti fu quasi interamente girato in Romania. A Genova gli era stato impedito di fare i sopralluoghi nella stessa scuola Diaz. E per aver provato a girare qualche ripresa, verso la fine della lavorazione, fu sequestrato l’intero parco macchine del film. “Un percorso accidentato – ha continuato Vicari – che solo grazie al grosso impegno di Domenico Procacci e Fandango siamo riusciti a terminare».
Un film politico che grazie alla forza del linguaggio cinematografico che usa Vicari nel raccontare la grave violazione dei diritti umani parlando anche di tortura, oggi è ancora attualissimo e di grande impatto, come del resto ci dimostra la cronaca passata (da Stefano Cucchi al terribile omicidio di Serena Mollicone avvenuto in una caserma dei carabinieri) fino alla cronaca di questi giorni con un intera caserma dei carabinieri trasformata in un covo di spacciatori, di estorsori violenti e pericolosi, dove si perpetravano persino reati di tortura.
Una storia che sa dell’incredibile e che probabilmente neanche il cinema sarebbe riuscito ad immaginare.

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