La chimica mi ha folgorato
di Angela Agostiano (Ordinaria presso il Dipartimento di Chimica UniBa – Presidente della Società Chimica Italiana)
Mi chiamo Angela Agostiano e sono professore ordinario di chimica fisica presso il Dipartimento di Chimica della Università di Bari.
La prima reazione della gente quando parlo del mio lavoro è di meraviglia e quasi di incredulità.
La chimica è considerata una materia ostica, la chimica insieme alla fisica quasi una bestemmia.
Insieme all’incredulità prima o poi arriva il commento scontato…per una donna poi, non deve essere stato facile.
Certo facile non è stato, per molti motivi anche ovvi.
La prima difficoltà è stata legata al fatto che io sono nata in un paese di poche migliaia di abitanti, Ferrandina, in Basilicata, da una famiglia di origine contadina, con decine di parenti che non hanno neanche lontanamente pensato di intraprendere un percorso universitario.
Grazie alla lungimiranza di mio padre, un avido lettore di libri nonostante le sue origini, io e i miei fratelli siamo stati cresciuti nel mito di migliorare noi stessi e la nostra posizione attraverso lo studio e ci siamo tutti e tre laureati.
Io ho frequentato il liceo classico con la speranza di diventare giornalista, ma, nonostante questa scuola non mi abbia certamente dato una buona formazione scientifica, l’abitudine alla disciplina e al ragionamento esercitati su mille versioni di greco e mille pagine di filosofia mi ha stranamente suscitato un profondo amore per la bellezza delle formule, fossero esse di matematica o di chimica, che alla fine davano sempre una risposta alle mie domande sul perché avvenissero i fenomeni che ogni giorno mi meravigliavano per la loro complessità o apparente semplicità.

Nonostante questo interesse per le scienze, un carattere portato naturalmente ad aiutare gli altri, mi spingeva verso la decisione di studiare medicina. Decisione che però non aveva fatto i conti con le ristrettezze economiche della mia famiglia, che non poteva certo sopportare costi così gravosi per un periodo così lungo.
Lo studio della Chimica, quindi della Biochimica mi sembrò la scelta più vicina alla Medicina che io potessi fare. Ovviamente mi sbagliavo, ma questa scelta fatta per assenza di informazioni ed un po’ di irresponsabilità, si è rivelata la mia carta vincente.
La Chimica mi ha folgorato, mi ha dato la possibilità di vedere trasformare sotto i miei occhi, la materia, creare molecole e materiali e studiarne le proprietà.
Soprattutto la chimica mi ha dato una chiave di lettura dei grandi fenomeni naturali e dei piccoli gesti di ogni giorno, la ritrovavo intorno a noi, nelle molecole che con le loro reazioni guidano le nostre emozioni, nelle note di una corda di violino, nel materiale che indossiamo, nell’energia che produciamo.
Questo entusiasmo l’ho trasformato in un grande impegno che mi ha portato a diventare professore ordinario nella mia Università e presidente della Società Chimica Italiana, prima donna ad assumere questa carica nei cento anni di storia di questa società scientifica.
Il mio piacere più grande è stato quello di trasferire la mia passione ai miei studenti tramite l’insegnamento e affrontare sfide scientifiche a livello internazionale formando giovani ricercatori.
In un primo momento nel mio gruppo c’erano prevalentemente ragazzi ma, col tempo, forse anche grazie alla mia presenza, ho visto con grande soddisfazione tante ragazze avvicinarsi a questa materia e poi riuscire a cogliere tutte le opportunità che poteva offrire.
Sono sempre poche ma sono molto brave le ragazze che affrontano lo studio delle materie scientifiche.
Questo studio dovrebbe cominciare fin dall’asilo, per dare a tutti più strumenti per decidere della loro vita, al di fuori degli stereotipi ed essere sempre più protagonisti di un futuro che si prospetta difficile ma che dalla scienza aspetta soluzioni, che non potranno mai essere veramente grandi senza il contributo delle donne.
Image credit: dawnydawny da Pixabay
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