
Relazioni pericolose
di Giovanna Fava (Avvocata in Reggio Emilia)
Natale 2022.
Allontanata la paura del Covid in occasione di queste vacanze natalizie gli italiani hanno ripreso a fare progetti su come trascorrerle, ed è ripreso lo stress natalizio: dall’ansia/certezza di ingrassare a quella di incontrare i parenti, passando per la tristezza di essere soli.
C’è chi ha iniziato a pensare ai regali di Natale per tempo, casomai utilizzando il black friday, e chi si riduce agli ultimi 2 giorni, chi pensa ai soli regali “obbligati” e chi è costretto a ridurre anche quelli, perché è prioritario pagare le bollette della luce e del gas.
Per tutti, anche se per motivi diversi, è un momento di stress.
Per i genitori separati e per le loro avvocate/i, ancora di più.
I provvedimenti che riguardano la suddivisione delle vacanze scolastiche invernali dei figli presso l’uno o l’altro genitore sono per lo più standardizzati: i figli trascorreranno una settimana con il padre ed una con la madre, dal 24 al 31 dicembre con l’uno e dal 1 al 7 gennaio con l’altro, alternando di anno in anno i periodi e il giorno della Vigilia ed il giorno di Natale.
Detta così sembra una programmazione ovvia e persino banale che non dovrebbe creare problema alcuno ma la realtà è molto diversa, ricca di insidie e variazioni.
È più importante il giorno di Natale o la sera della Vigilia?
La festa dell’ultimo giorno dell’anno o il pranzo di Capodanno?
Perché i bambini, che in costanza di convivenza trascorrevano sempre la sera della vigilia con i parenti del ramo paterno ed il giorno di Natale con i parenti del ramo materno, adesso devono cambiare, costretti da un’alternanza imposta?
Perché il cambio da un genitore all’altro deve avvenire il giorno di Natale o il 31, facendo trascorrere metà giornata di festa in viaggio?
Senza considerare che se il genitore ipotizza di portare i bambini qualche giorno in vacanza è costretto ad utilizzare i pacchetti vacanza più costosi e muoversi nei giorni di maggiore traffico.
Ma può anche accadere che giungono parenti da lontano e che, in quel periodo, i bambini siano con l’altro genitore rendendo così impossibile per loro incontrarsi, ugualmente nel caso gli amici, con cui si usciva sempre, abbiano una programmazione delle vacanze sempre uguale o con alternanza diversa dalla loro, rendendo impossibile trascorrere il periodo insieme.
Non parliamo poi se nei giorni immediatamente precedenti il genitore o il figlio si ammala, obbligando tutti a starsene in casa e facendo saltare ogni programma.
Chi non ha potuto trascorrere con i figli la sua settimana, perché i figli erano ammalati chiede di poter recuperare i giorni persi, ma l’altra/o non è affatto d’accordo perché non solo non ha potuto “godersi” i figli ma ha pure dovuto prendere permessi dal lavoro per accudirli, mentre avrebbe dovuto occuparsene l’altro genitore, pertanto sostiene che non sono giorni persi da recuperare ma malattia e quindi causa di forza maggiore, e ovviamente non ha alcuna intenzione di rinunciare ai propri programmi.
In entrambi i casi una frustrazione notevole che i clienti non mancano di riversare sull’avvocata/o di turno, chiamata a redigere lettere imploranti il buon senso o, a seconda dei casi, il rispetto delle condizioni e dell’alternanza, perché anche la/il vostra/o cliente ha cercato di programmare le vacanze tenendo conto che negli anni pari per Natale i bambini stanno con lei/lui e non viceversa. E seguono le telefonate con la controparte, per cercare una soluzione che già sappiamo difficile/impossibile e che non accontenterà nessuno.
Eppure quel giorno anche l’avvocata, in palese ritardo non avendo trovato il tempo di farlo prima, aveva programmato di andare per negozi perché non ha ancora acquistato il regalo per l’impiegata e le collaboratrici di studio, un regalo che deve essere diverso da quello acquistato negli anni precedenti, che incontri i loro gusti, che non sia banale senza essere eccentrico.
Il regalo per i figli e i nipoti, mamma, babbo, marito, suoceri, perché se non ci pensi tu non ci pensa nessuno e da te se lo aspettano.
Un salto in libreria per accompagnare alle marmellate biologiche, o al maglione, un libro; anche questo dovrà essere calibrato sulla persona che lo riceve, scritto bene, interessante ma non troppo impegnativo, che stimoli il pensiero ma non sia una palla.
Ecco, ne ho trovato uno che fa al caso mio: “L’inventore dei sogni” di McEwan.
Parla di Peter, un bambino considerato “difficile” perché spesso appare assente perso in un suo mondo, che sogna ad occhi aperti e attraverso i sogni trova il coraggio necessario per affrontare le difficoltà della vita.
Un invito anche per noi adulti a ritornare bambini e riprendere a sognare.
Credits: Bruno /Germany da Pixabay
Di Giovanna Fava, su Ora Legale News
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