Spogliarsi dei pregiudizi
di Aldo Luchi (Avvocato in Cagliari)
È passato un secolo da quando Albert Einstein disse
“Triste epoca la nostra: è più facile disintegrare un atomo che superare un pregiudizio“
sottolineando in questo modo lo scollamento tra la velocità delle scoperte scientifiche e la lentezza dell’evoluzione del comune sentire.
Ma il pregiudizio è parte dell’essere umano e proprio per questa ragione si parla di superamento.
È uno degli elementi ancestrali che hanno consentito all’uomo di sopravvivere nel corso dell’evoluzione: ha avuto la forma della diffidenza verso gli altri animali e verso gli stessi altri uomini, determinando la nascita delle prime comunità.
E costituisce anche l’impulso di tutte le religioni, perché soltanto l’intervento di un essere superiore ha per lunghissimo tempo consentito agli umani di spiegare fenomeni altrimenti inspiegabili. Inoltre, la religiosità alimenta il pregiudizio proprio perché, in nome della fede e della devozione, richiede il rispetto di regole morali e convenzioni la cui formulazione è attribuita al dio.
Eppure, a parole, i pregiudizi sono ciò che tutti noi temiamo maggiormente, ad esempio quando ci troviamo ad essere giudicati o protagonisti di una vicenda che abbia risalto sulla stampa e subiamo le critiche di chi si forma un’idea quasi sempre senza conoscere gli esatti contorni della vicenda.
Ancora oggi, le nostre società sono infarcite di pregiudizi, alcuni frutto di costumi ed abitudini deprecabili (si pensi al pettegolezzo), altri frutto di quella diffidenza ancestrale contro tutto ciò che è diverso da noi (come i pregiudizi nei confronti dei migranti o di chi ha una identità sessuale o una religiosità che non rientra nel canone della “normalità“), altri, infine, frutto della rigidità delle regole morali e religiose che, fin dall’infanzia, abbiamo respirato (i pregiudizi contro l’aborto, il suicidio o lo scioglimento dei legami coniugali).
Se fin dall’antichità e poi, più nettamente, nel corso dell’Illuminismo il pregiudizio veniva ricollegato all’ignoranza ed alla scarsa intelligenza
“I pregiudizi sono ciò che gli sciocchi usano per ragionare“, Voltaire
oggi emerge un aspetto ulteriore: nel secolo in cui hanno trovato affermazione e codificazione i diritti civili, grazie soprattutto alla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, alla Convenzione Europea dei Diritti Umani ed a tutti i Trattati e le Convenzioni che da queste discendono, la resistenza ad immedesimarsi nell’altrui sentire e l’ostinato arroccamento su posizioni pregiudiziali su questi temi assumono una connotazione ideologica.
Non è un caso se proprio la regolamentazione dell’esercizio di questi diritti nasce quasi sempre da movimenti referendari sostenuti dall’attivismo dei cittadini e spesso scatena accesi dibattiti nella società.
Un esempio eclatante è rappresentato dalla recente raccolta di firme a sostegno del quesito referendario sull’Eutanasia Legale, che a fronte di un quorum richiesto di 500.000 sottoscrizioni ha superato il numero di 1.200.000, così dimostrando quanto il tema sia sentito nella comunità e, nel contempo, quanto l’inerzia del Parlamento rappresenti per i cittadini un atteggiamento incomprensibile ed ingiustificato.
Spogliarci dei pregiudizi significa coltivare il dubbio e ambire alla conoscenza, accogliere il modo di sentire delle altre persone e arricchirci, pretendere la tutela di diritti anche se, per qualsiasi ragione, non vi faremmo mai ricorso.
Image credit: PublicDomainPictures da Pixabay
di Aldo Luchi, su Ora Legale NEWS
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