
Umanità da salvare
di Anna Losurdo
Nessun uomo è un’Isola,
intero in se stesso.
Ogni uomo è un pezzo del Continente,
una parte della Terra.
Se una Zolla viene portata via dall’onda del Mare,
la Terra ne è diminuita,
come se un Promontorio fosse stato al suo posto,
o una Magione amica o la tua stessa Casa.
Ogni morte d’uomo mi diminuisce,
perchè io partecipo all’Umanità.
E così non mandare mai a chiedere per chi suona la Campana:
Essa suona per te.
(John Donne)
Negli ultimi dieci anni, la povertà assoluta in Italia è quasi raddoppiata.
Secondo gli ultimi dati Istat riferibili al 2021, i poveri assoluti sono 5.600.000, un milione in più rispetto al 2020. La povertà assoluta è triplicata per bambini e giovani sino ai 34 anni: sono 1.400.000, il 14% dei minori.
Oggi, quindi, 15 milioni di persone in Italia sono a rischio povertà o esclusione sociale
il 25% della popolazione
il 40% delle persone che vivono al sud
Il progressivo incremento dell’impoverimento, che non subisce interruzioni dal 2012, sottende l’aumento della permanenza della povertà che rischia di intrappolare i bambini e i giovani perchè crea i presupposti che restino poveri anche da adulti. Altrettanto grave è la trasmissione intergenerazionale della povertà.
Il dilagare delle diseguaglianze testimonia l’incapacità di dare risposte efficaci sia in Italia sia in Europa.
Nella indagine condotta tra i giovani di età tra i 18 e i 25 anni, realizzata lo scorso anno dalla piattaforma online AVAAZ in dieci paesi europei, l’Italia è in testa (71%) nel ritenere l’umanità spacciata e imminente la fine della civiltà conosciuta (https://www.onuitalia.com/2021/09/28/ansia/).
Difficile essere ottimisti, nei nostri Stati imperfetti.
Difficile anche nel non buon luogo ipotizzato dal creatore del neologismo “Utopia”.
L’ottimismo è divenuto, quindi, attitudine rivoluzionaria a fronte delle insidie esistenziali annidate nel futuro. Può e deve diventare uno strumento politico, affinchè la nostra civiltà possa essere migliore e non solo sopravvivere.
Eppure noi sapiens contemporanei siamo solo un segmento di una storia di progresso delle condizioni di vita, sebbene mai come negli ultimi due secoli abbiamo messo a rischio il nostro habitat.
Sembriamo essere diventati demens, tanto da mettere a rischio la permanenza della nostra stessa presenza sul pianeta.
Abbiamo imparato molto tempo fa a dar valore al futuro e quella attitudine ci è stata trasmessa.
Il nostro ingegno e la nostra capacità di innovazione riusciranno a salvarci anche ora che il riscaldamento climatico prospetta la nostra estinzione?
La chiave della prosperità, quindi, è la propensione al futuro. Ecco perchè dobbiamo mettere in campo misure idonee a incrementare quella propensione: educazione, rispetto per le diversità, eguaglianza di genere.
La diversità incentiva la contaminazione culturale e induce la creatività, sebbene, al contempo, provochi conflitti e ostacoli la coesione sociale. Ma la fiducia va trovata proprio nella unità e nella solidarietà.
Ciascuno si determini a specifiche azioni dando il meglio di sé, ma in rete, nella consapevolezza delle circostanze e delle condizioni del momento.
Sognare il futuro e renderlo possibile necessitano di un punto di equilibrio che è dato dalla individuazione del buon luogo ravvisabile solo dentro di noi.
Così per la pace, ora o la nonviolenza o la non esistenza, come affermava Martin Luther King.
Possiamo salvarci solo andando in una nuova direzione.

La questione etica sottesa a tutto questo concerne anche il potere.
Se lo intendiamo sostantivo, il potere è qualcosa da conquistare e da difendere. Gli altri sono sudditi o antagonisti
Se, invece, lo consideriamo verbo “servile”, esso rende migliore il termine accanto: poter fare, poter migliorare… Gli altri allora sono compagni e valore.
La definizione di sostenibilità fornita dall’United Nations Environment Programme indica la direzione “un modello di sviluppo basato su un miglioramento in grado di garantire sia una significativa riduzione dei rischi, sia una risposta alla scarsità dei beni, non basandosi esclusivamente sulla resa economica, bensì sull’applicazione di sistemi che producano, con utilizzo consapevole delle risorse, un benessere individuale e una maggiore inclusività sociale”.
È nostra responsabilità, nel nostro universo interiore, trovare il coraggio per impegnarci affinché le nostre utopie diventino certezze.
… e l’amore ha l’amore come solo argomento,
il tumulto del cielo ha sbagliato momento…
(F. De Andrè, Dolcenera)
Di Anna Losurdo, su Ora Legale News
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