
Il genere in medicina
di Annamaria Moretti (Pneumologa in Bari – presidente del GISeG)
“La Medicina di Genere si occupa delle differenze biologiche, socio-economiche e culturali nei due sessi e della loro influenza sullo stato di salute e di malattia dell’individuo, rappresentando un punto d’interesse fondamentale per il Servizio sanitario nazionale.” Questa definizione viene nel 2016 per la prima volta descritta nei “Quaderni del Ministero Della Salute”.
Gli articoli presenti nel documento evidenziano che uomini e donne sono colpiti dalle stesse malattie, ma presentano differenze nella frequenza, nelle manifestazioni cliniche, nella sintomatologia e nei livelli di gravità, nella risposta alle terapie e nelle reazioni avverse ai farmaci e sollecitano gli operatori della salute a considerate secondo parametri genere-specifici tutte le patologie al fine di ottimizzare in termini di appropriatezza, la prevenzione, la diagnosi e il trattamento delle malattie.
L’OMS riconosce il “genere” come uno dei determinanti fondamentali di salute e nel 2009 con il Report “Donne e salute” dimostra come “dimenticare” tale specificità, possa determinare conseguenze negative in termini di appropriatezza. Per tale motivo conferma il “genere” come tema imprescindibile della programmazione 2014-19.
L’ufficio Regionale Europeo dell’OMS, inoltre, nel 2018 sviluppa la prima strategia di tutela sulla salute maschile (The health and well-being of men in the WHO european Region. World Health Organization 2018).
In Italia nel 1998 i Ministeri della Salute e per le Pari Opportunità pubblicano il progetto “Una salute a misura di donna” e nel 2005 viene organizzato un tavolo tecnico con l’obiettivo di formulare le linee-guida sulle sperimentazioni cliniche e farmacologiche con un approccio di genere. Nel 2007 il Ministero della Salute crea la Commissione Salute delle Donne e pubblica i primi bandi della Ricerca Finalizzata, focalizzati sulla Medicina di Genere.
Nel 2008 il Comitato Nazionale per la Bioetica (CNB) pubblica il rapporto “La Sperimentazione Farmacologica sulle Donne” e il Ministero della Salute promuove il Progetto “La Medicina di Genere come Obiettivo Strategico per la Sanità Pubblica: l‘Appropriatezza della Cura per la Tutela della Salute della Donna”.
Nel 2011 l’Agenzia italiana del Farmaco (AIFA) introduce l’equità di genere tra i criteri di valutazione dei farmaci e formalizza il “Gruppo di Lavoro su Farmaci e genere” che nel 2013 sollecita le Aziende farmaceutiche a elaborare dati disaggregati per sesso e disegni di ricerca orientati al genere.
L’ISS (Istituto Superiore di Sanità) nel 2011 attiva, all’interno del Dipartimento del Farmaco, il Reparto “Malattie degenerative, Invecchiamento e Medicina di Genere”; nel 2017 viene istituito presso l’ISS il “Centro di riferimento per la Medicina di Genere”. che si dota di un Tavolo tecnico-scientifico nazionale di esperti in Medicina di Genere.
FNOMCEO nel 2013 istituisce un tavolo tecnico sulla medicina di genere e sollecita le sezioni ordinistiche italiane ad intraprendere attività formative genere-specifiche.
Le disposizioni regolatorie in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro (D.Lgs 626/94 e D.Lgs 81/08) introducono una concezione improntata in modo sistematico alla valutazione delle “differenze di genere”.
Il Centro di riferimento per la Medicina di Genere dell’ISS lavora su queste tematiche con il Servizio Prevenzione e Protezione interno e con Enti esterni, anche in collaborazione con l’Istituto Nazionale del Lavoro (INAIL) che dal 2010 ha attivato un progetto specifico.
Nel Decreto del Ministero dell’Università e della Ricerca del 4 ottobre 2000 il “genere” è posto tra gli obiettivi formativi, ma tali norme sono in buona parte rimaste inapplicate.
Nel 2016 il Ministero della salute sui Quaderni “Il genere come determinante di salute”, presenta la rete italiana per il sostegno della Medicina di Genere, formata da Centro di riferimento per la Medicina di Genere dell’ISS, il Centro Studi Nazionale su Salute e Medicina di Genere e la Società Scientifica “Gruppo Italiano Salute e Genere (GISeG)”.
Dal 2015 inoltre, i soggetti costituenti la rete hanno fondato l’Italian Journal of Gender Specific Medicine, uno strumento di fondamentale importanza nella diffusione della ricerca e della cultura di genere.
In data 11 gennaio 2018 viene pubblicata in Italia la Legge art. 3 “Applicazione e diffusione della Medicina di Genere nel Servizio Sanitario Nazionale” sulla Medicina di Genere che garantisce per la prima volta l’inserimento del parametro “genere” nella definizione di percorsi diagnostico-terapeutici e nella sperimentazione clinica dei farmaci. E’ stato quindi prodotto il Piano attuativo della legge, articolato in due sezioni:
• inquadramento generale con informazioni in merito al concetto di medicina di genere, strategie di governance
• indirizzo coordinato e sostenibile per la diffusione della Medicina di Genere a livello nazionale, regionale e locale con implementazione di indicatori di percorsi sanitari, ricerca, formazione e comunicazione.
Il concetto di differenze di genere è stato recepito da alcune Regioni Italiane attraverso l’inserimento nel Piano Socio-Sanitario Regionale, la costituzione di tavoli tecnici e centri regionali, l’attribuzione di obiettivi di genere ai Direttori generali delle aziende sanitarie, l’organizzazione di corsi di formazione e aggiornamento per gli operatori sanitari.
Nella Regione Puglia in data 8 giugno 2011 (delibera regionale 232/2011) viene istituito il tavolo tecnico regionale “Salute e Medicina Genere-specifica”.
L’Ordine dei Medici della Provincia di Bari nel 2013 definisce un gruppo di esperti in ambito di formazione;
L’osservatorio epidemiologico regionale (OER) classifica dati sull’epidemiologia e sul consumo dei farmaci secondo indicatori genere-specifici.
GISEG sottoscrive nel 2018 con il Consiglio Regionale Puglia Protocollo di Intesa per la realizzazione di una Biblioteca Multimediale per la raccolta di documenti ed informazioni inerenti la Medicina di Genere.
La Regione Puglia definisce inoltre alcune ipotesi di lavoro quali:
- Definizione ed inclusione di indicatori clinici e gestionali di genere nella raccolta e nell’elaborazione dei flussi informativi (ricoveri, assistenza territoriale, consumo farmaci, ecc.) e nella formulazione dei budget sanitari
- Promozione di PDTA inclusivi di indicatori genere specifici
- Sviluppo di soluzioni innovative di accesso ai servizi sanitari, sistematizzando e diffondendo le esperienze già presenti sul territorio regionale e nazionale, al fine di sostenere gruppi di popolazione fragili e/o vulnerabili.
- Promozione di programmi di formazione per medici ed operatori sanitari
- Istituzione di Master II livello su medicina di genere (anche in ambito socio-economico)
- Sviluppo della ricerca sui fattori di rischio e valutazione dell’impatto ambientale, delle diete sulla salute dell’individuo e sulla prevenzione primaria e secondaria delle malattie
- Produzione di Consensus paper, raccomandazioni su patologie croniche secondo indicatori di genere
- Promozione della formazione di genere nell’ambio della comunicazione mediante corsi specifici per specialisti dell’informazione (giornalisti)
- Promozione e sostegno dell’informazione pubblica mediante percorsi di sensibilizzazione e divulgazione rivolte al cittadino
- Istituzione nel sito regionale di area dedicata alla medicina di genere
- Realizzazione un sistema di rete per la promozione e lo sviluppo della Salute e Medicina di Genere su tutto il territorio Regionale
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