Euro-Sturmtruppen
di Massimo Corrado Di Florio
Cominciamo col dire che l’Eurogruppo è un organo informale ed è il luogo in cui i singoli ministri dei Paesi aderenti alla zona euro sono chiamati a discutere di tutte le vicende ricollegabili a responsabilità dei singoli Stati riferibili all’euro.
Uno dei principali compiti di questo Organo, se non il principale, è quello di agevolare le migliori condizioni atte a garantire la crescita (economica) degli Stati europei. Nella filigrana di questo enunciato si intravede, in buona sostanza, uno dei più tipici paradigmi della UE, riassumibile nella parola “stabilità”.
Stabilità, in questo contesto, fa rima (non baciata) con politiche di bilancio, con quelle strutturali e monetarie e con quelle, non meno importanti, relative al debito.
Come dovrebbe essere ben noto, la tipizzazione dei compiti e dei ruoli dell’Eurogruppo, è da ricondursi al protocollo nr. 14 (Trattato di Lisbona, in vigore dal 1 dicembre 2009):
“LE ALTE PARTI CONTRAENTI, DESIDEROSE di favorire le condizioni di una maggiore crescita economica nell’Unione europea e, a tale scopo, di sviluppare un coordinamento sempre più stretto delle politiche economiche della zona euro, CONSAPEVOLI della necessità di prevedere disposizioni particolari per un dialogo rafforzato tra gli Stati membri la cui moneta è l’euro, in attesa che l’euro diventi la moneta di tutti gli Stati membri dell’Unione, HANNO CONVENUTO le disposizioni seguenti, che sono allegate al trattato sull’Unione europea e al trattato sul funzionamento dell’Unione europea:
Articolo 1
I ministri degli Stati membri la cui moneta è l’euro si riuniscono a titolo informale. Tali riunioni hanno luogo, a seconda delle necessità, per discutere questioni attinenti alle responsabilità specifiche da essi condivise in materia di moneta unica. La Commissione partecipa alle riunioni. La Banca centrale europea è invitata a prendere parte a tali riunioni, preparate dai rappresentanti dei ministri responsabili delle finanze degli Stati membri la cui moneta è l’euro e dai rappresentanti della Commissione. …”
La disposizione, nemmeno tanto macchinosa, come è nella cifra stilistica della produzione normativa europea, riassume quello che si è fin qui descritto.
Fra le tante discussioni periodiche, l’Eurogruppo si occupa anche di “condizioni di assistenza finanziaria per i paesi della zona euro che attraversano un periodo di gravi difficoltà finanziarie”.
Ora, l’attuale situazione sanitaria planetaria, in quanto obiettivamente emergenziale, è fuor di dubbio che possieda la più tipica delle gravità di cui si dovrebbe discutere. La caratura internazionale della vicenda dovrebbe condurre tutti i Paesi dell’UE verso una politica comune senza divisioni di sorta. Si dovrebbe dar seguito, quanto meno allo scopo di evitare un ben poco auspicabile effetto domino in ipotesi di reiterato mancato intervento, a procedure di indebitamento controllate attraverso emissioni di “obbligazioni europee” che, in quanto tali, riceverebbero adeguate forme di garanzie a carattere sovra nazionale. Per farla breve: emissione di un bond da parte di un’istituzione europea.
Si dovrebbe, s’è detto. Tuttavia, attualmente, siamo allo stallo. Si ha come l’impressione che la controspinta messa in atto (e voluta) dai Paesi del nord Europa, impedisca forme di rapida soluzione del problema. Per la verità, a dirla tutta, più che di un’impressione, ahimè, trattasi di verosimile certezza.
Le sane politiche di bilancio, in uno alla visione comune delle sfide strutturali future, a questo punto, risultano essere vuote parole prive di qualsivoglia senso pratico. A meno che non si voglia pensar male e ritenere, pertanto, che i molto ben sviluppati sensi commerciali degli olandesi, non paghi di essere ospiti felici della elusione fiscale a livello europeo, non stiano mirando a lucrare dalle disgrazie attuali.
Un programma autodistruttivo. Questione di scelte. Alla lunga il crollo dell’andamento dell’economia dei singoli (peraltro già sotto i tacchi), non potrà che avere effetti nefasti sul tutto.
Questioni di scelte da parte dei calvinisti dei Paesi Bassi e dei loro confratelli del nord.
C’è del marcio (anche) in Olanda ma ancora si fa finta di non saperlo. Qualche multinazionale di casa nostra tra gli ignavi.
Sta di fatto che l’ “informale” Organo europeo, in questi giorni (almeno fino all’8 aprile 2020), non aveva preso alcuna decisione e, nonostante le parole (formali) del suo Presidente Màrio Centeno (“I governi e le istituzioni dell’UE stanno adottando misure decisive….la nostra risposta in termini di bilancio si è rafforzata in modo chiaro…”) non si intravedeva (e, forse non si intravede ancora) alcuna concordata e conveniente soluzione.
Il covid-19, però, non fa sconti a nessuno.
Nemmeno ai neo-calvinisti del momento.
Occorre comunque prestare la massima attenzione rispetto al poco auspicabile intervento del MES. Lo statuto del meccanismo di stabilità prevede che i prestiti siano concessi solo dopo la stipula di una rigida annotazione –Grecia docet-, ancorché nella prospettata modalità c.d. “light”.
Come, infatti, ricordato da più parti, l’articolo 136 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE) prevede che la concessione di “qualsiasi” assistenza finanziaria sia soggetta “a rigorose condizionalità”.
Ergo, un eventuale cambiamento della norma, per correggerne il severo rigore, oggi deleterio e inutilmente formalistico, richiederebbe procedure assai articolate, in esse comprese la decisione unanime del Consiglio UE (cfr. DECISIONE DEL CONSIGLIO EUROPEO del 25 marzo 2011 che modifica l’articolo 136 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea relativamente a un meccanismo di stabilità per gli Stati membri la cui moneta è l’euro –2011/199/UE– Articolo 1- All’articolo 136 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea è aggiunto il paragrafo seguente: 3. Gli Stati membri la cui moneta è l’euro possono istituire un meccanismo di stabilità da attivare ove indispensabile per salvaguardare la stabilità della zona euro nel suo insieme. La concessione di qualsiasi assistenza finanziaria necessaria nell’ambito del meccanismo sarà soggetta a una rigorosa condizionalità. )
Insomma, non stiamo messi benissimo e le c.d. linee di condizionalità minime parrebbero essere una pia illusione, oltre a mantenere un impatto “virale” (e mi si passi il termine) assai forte. Confortante quanto riportato il 7 aprile 2020 dal giornale Der Spiegel che, per bocca del suo autorevole editorialista, Steffen Klusmann, ci fa sapere che “Il rifiuto tedesco degli eurobond è non solidale, gretto e vigliacco” .
L’attuale ricorso ad un MES “camuffato” , sì come prospettato in sede di Eurogruppo (sembrerebbe, infatti, che il meccanismo non avrà condizionalità purché i Paesi limitino l’intervento alle spese sanitarie), soddisferebbe i calvinisti del nord europa ma, assai verosimilmente, deluderebbe il blocco del sud europa.
Francesi ondeggianti come se cercassero equilibri costanti sulla tolda di una baleniera d’altri tempi. Misteri pasquali e sorprese nell’uovo di cioccolato. Niente eurobond e ancora tanti dettagli in mare aperto, tutti da stabilire. Il mare è apparentemente calmo e, tra le complesse architetture di questo variegato arcipelago europeo, l’Eurogruppo, il Vertice Euro, il Consiglio Europeo, la Commissione, le Presidenze e i singoli Stati, tutti insieme, fanno fatica a mantenere la barra del timone. La rotta è confusa.
Non è trascurabile la posizione “rigorosa” tenuta dall’Olanda (Austria, Germania e Paesi nordici inclusi). L’impostazione sostenuta dallo Stato dei tulipani assume caratteri fortemente narcisistici e, in fin dei conti, essendo ispirata a criteri esclusivamente mercantili (nella accezione più infima del termine), finisce con l’esaltare il mero guadagno anche attraverso pratiche fiscali discutibili. Potrebbe forse dirsi che la vita dei Paesi Bassi non è libera (I. Kant, Antropologia pragmatica).
Ad ogni modo, i soldi stanno finendo. Anzi, sono finiti. Vediamo se anche l’Europa ha questo stesso destino. Si salvi chi può.
Pic.: Massimo Corrado Di Florio, 2020
dello stesso autore, su Ora Legale NEWS: https://www.oralegalenews.it/rubriche/pillole-massimo-corrado/il-ratto-di-europa/10834/2020/
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